19 Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20 Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21 Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». 22 Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». 23 Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». 24 Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.25 Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26 Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». 27 Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
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Potremmo definire la Parola che oggi il Signore ci dona come una impressionante “lontananza” dal Lui che a noi si è fatto così vicino! Tutti sono coinvolti dalla sua Persona e nella sua vicenda, ma nessuno “prende parte” in modo attivo d consapevole!
E’ così, al ver.19, dove il sommo sacerdote interroga Gesù sui suoi discepoli e il suo insegnamento, ma Gesù gli risponde sottolineando come i giudei e il loro tempio lo abbiano visto e ascoltato!
Anche lo schiaffo della guardia è evidentemente senza significato e assurdo, come Gesù gli fa notare quasi con ironia (vers.22-23).
Ma l’apice di questo tremendo “vuoto” è l’atteggiamento di Pietro che neppure sembra spinto a tradirlo per paura, ma quasi come “assente” dal Signore e completamente assorbito dal gruppo degli infreddoliti servi con i quali si scalda.
La “non rilevanza” della “lettera” di questo passaggio, a differenza dei testi degli altri Vangeli, sembra darci conferma del dramma che accompagna la Persona e l’opera di Gesù, e che ogni tempo e ogni umana esistenza sperimentano.
E’ come se tutti e tutto fossero implicati nella sua persona, ma nessuno ne assumesse la realtà e la responsabilità.
E’ terribile il sospetto che ci invade e che ci porta a domandarci se di Lui veramente ci importa!
Ma il cammino del Signore verso la gloria del suo sacrificio d’amore prosegue!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.