24 Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. 25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26 E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
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Siamo alla fine della grande preghiera di Gesù al Padre, e siamo veramente “alla fine”, cioè all’esito finale e al senso pieno di tutto. E’ il grande itinerario che Dio ha preparato per la creazione e la storia. Dove stiamo andando? Dove è bene andare? Dove si deve andare? Dove Dio ci vuole condurre? Dove ciascuno di noi è bene che vada? Queste domande sono un mio maldestro tentativo di cogliere insieme a voi il senso di tutto: dalla più modesta vicenda di ogni persona al bene di tutta l’umanità. Ed ecco l’espressione della volontà e della richiesta di Gesù al Padre: “Voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perchè contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato” (ver.24). Questo è il criterio supremo per valutare il bene vero di ogni creatura e soprattutto di ogni persona, di ogni popolo, di ogni cultura, di ogni fede, di ogni pensiero.
E l’esito finale è questo: “perchè contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato” (ver.24). Questa gloria è la pienezza dell’amore e della comunione d’amore. Infatti dice: “… poichè mi hai amato prima della creazione del mondo”. L’amore “precede” la creazione, ne è la matrice e ne è il fine! L’amore è la ragione di tutto.
Questo, il mondo non la conosciuto, perchè, dice Gesù: “non ti ha conosciuto” (ver.25). “Ma io ti ho conosciuto”, e per questo è stato mandato dal Padre e lo ha rivelato e comunicato: “e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato”: tale è la divina esperienza di queste creature umane che si chiamano “i discepoli”. Il loro compito è quello di annunciare e testimoniare, cioè di vivere, quella vita nuova che hanno conosciuto da Gesù. Noi siamo, sia pur indegnamente, partecipi di questa grazia!
Il ver.26 dice una cosa molto importante: quello che Gesù ci fa conoscere non è una “dottrina”, ma unevento, un’esperienza, un dono. Per questo il verbo “conoscere” significa non una conoscenza puramente intellettuale, ma appunto un’esperienza profonda, personale e comunitaria. E non è mai finita! Proprio perchè l’amore è infinito! Dice: E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perchè l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro. E’ la relazione e comunione d’amore con Lui, Gesù! Ma l’esperienza d’amore non finisce mai.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.