29 Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30 Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31 Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Seleziona Pagina
“Il giorno dopo …”: possiamo tener conto anche di questa precisazione temporale, che sarà ripresa anche al ver.35, e che indica lo scorrere del tempo, e quindi la salvezza come “storia della salvezza”. Il mistero di Dio entra nel tempo della storia umana, e quindi la storia umana diventa la storia dell’incontro tra Dio e l’umanità. Mentre altre “spiritualità” indicano l’uscita dalla storia come la via per la quale l’uomo entra in contatto con Dio, la fede ebraico-cristiana considera il tempo, la temporalità, come l’orizzonte dell’incontro con Dio.
Il testo originale, al ver.29, dice che Giovanni vede “ Gesù veniente verso di lui e dice…”, e in tal modo sottolinea la centralità di questo “vedere” da parte di Giovanni. Il capitolo 9 di Giovanni è dedicato al miracolo del cieco nato. Dico questo perché mi sembra sia intenzione del nostro testo affermare che il “vedere” Gesù come veniente verso di lui colloca nel Battista il segno di tutta la vicenda di Israele che finalmente “vede” quello che ha ricevuto e custodito come la grande profezia del Messia: la figura del Servo sofferente di Isaia 53 e l’Agnello Pasquale di Esodo 12. Vede Gesù e lo annuncia come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Ora infatti si compie la grande profezia di Israele, il senso di tutta la sua storia. Là dove il testo dice “toglie”, preferisco l’espressione “prende su di Sé”, perché meglio esprime il sacrificio di salvezza con il quale il Figlio di Dio salva l’umanità. “Il peccato del mondo” è il mistero e il dramma del Male che tiene prigioniera la creazione e la storia, Male che Egli prende su di sé nella sua Pasqua.
Ai vers.30-31 Giovanni riprende un’affermazione già fatta al ver.15, che a questo punto chiarisce ulteriormente il suo significato. Giovanni rappresenta qui l’antica economia della Prima Alleanza che temporalmente precede la venuta del Messia e che ora lo riconosce come Colui che “era prima di me”, il Figlio di Dio. Ora si compie l’illuminazione reciproca tra la Prima e la Seconda Alleanza nella Pasqua di Gesù. Egli viene riconosciuto, svelato e proclamato come “l’Agnello di Dio”. E la profezia dell’Agnello viene illuminata e pienamente compiuta da Gesù che “viene” nella storia e nel mondo per la salvezza di tutti e di tutto. Il Battesimo di Giovanni si rivela quindi come l’occasione nella quale finalmente Gesù, il Messia del Signore, viene “manifestato a Israele”(ver.31), e quindi a tutta l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
A questa testimonianza del Battista siamo particolarmente legati e affezionati: Ecco l’agnello di Dio…! In passato si è molto sottolineata la relazioe tra questo agnello e i peccati, compresi i nostri peccati. In realtà l’agnello non faceva parte degli animali che venivano sacrificati per le colpe e i peccati (come il capro).Sembra più consono al Vangelo di Giovanni vedere qui indicato l’agnello pasquale: il suo sange sugli stipiti delle porte aveva salvato dalla morte, al passaggio di Dio, e le sue carni avevano dato nutrimento e forza per il cammino di liberazione. Sulla croce, a Gesù sarà dato da bere con l’aiuto dell’issopo (che era servito ad aspergere le porte degli ebrei) e non gli sarà spezzato alcun osso, come per l’agnello pasquale. – Ecco Gesù, l’agnello di Dio, che toglie, estirpa quella cappa di male che ci avvolge e ci impedisce di vivere secondo il progetto di Dio su di noi e di accoglierne l’amore.