8 Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli esseri gloriosi. 9 L’arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore! 10 Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo serve a loro rovina. 11 Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e, per sete di lucro, si sono impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono periti nella ribellione di Kore. 12 Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi; come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati; 13 come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in eterno.

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Dove è detto “contaminano il proprio corpo” al ver.8, dice alla lettera “contaminano la carne”. In questo testo che mi è per ora oscuro, mi sembra di intravedere che questo è il problema sollevato da Giuda: questi empi che si sono insinuati nell’assemblea cristiana aggrediscono con il loro spiritualismo il mistero del Signore che nella pienezza dei tempi si è fatto carne. Quindi dice Giuda: “disprezzano il Signore”. Io non so niente di questa vicenda di Michele e del corpo di Mosè, ma mi sembra di poter pensare che questa vicenda venga citata per il fatto che Michele “quando in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò..”, e quindi sottolinea che il mistero della “carne” impone quell’umiltà che invece non è in questi empi che “bestemmiano tutto ciò che ignorano”. Dunque, ci troviamo davanti a persone che contestano il mistero di Gesù Uomo e Dio, e quindi il mistero del suo corpo? Mi sto dunque chiedendo se ci troviamo di fronte a coloro che per un falso spiritualismo contestano e negano l’incarnazione del Verbo.
Il ver.11 li assimilerebbe alle grandi negazioni e ai grandi oltraggi contro Dio secondo la tradizione dei padri ebrei: Caino, Balaam e Kore. Addirittura quest’ultimo viene citato per dire che questi uomini empi di oggi sono già stati condannati nella ribellione stessa di Kore: è un esempio molto forte di come la Scrittura contenga in se stessa il giudizio per ogni tempo e luogo della vicenda umana. Le immagini potenti e severe dei vers.12-13 esprimono efficacemente l’ombra negativa che queste persone gettano sulla comunità credente.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Colpiscono le forti espressioni e le immagini di questo testo. Nel v. 8, oltre al “contaminano la carne” segnalato da don Giovanni, c’è anche “disprezzano la signoria” (di Cristo, secondo le note) e “insultano le glorie”, termine che sembra indicare le potenze angeliche (o persone in cui risplende la gloria divina). Di qui, forse, l’associazione con l’arcangelo Michele per una vicenda di cui parla solo un testo apocrifo. – Nel v. 11 compaiono tre prototipi di negatività della tradizione ebraica: Caino, fratricida, Core, il ribelle, Balaam, considerato indovino ostile al popolo di Dio, nonostante la profezia in favore di Israele. – Belle le immagini finali, che possiamo applicare anche a noi… in determinate scelte e comportamenti: “nuvole senz’acqua portate via dai venti”, “alberi di fine stagione senza frutto…”, “onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture”, “astri erranti…”.
Mapanda
Da quando al v. 4 ha cominciato a parlare di questi “empi” che si sono infiltrati nella comunità, li ha presentati con paragoni tratti dalla Scrittura (il popolo nel deserto, gli angeli, Sodoma e Gomorra). E oggi continua con questi paragoni: hanno trasmutato la grazia del Signore, “pascono se stessi ” (v.12); “contaminano il proprio corpo” (v.8) perchè il corpo è tempio dello Spirito santo, ed essi hanno pensieri diversi che non scaturiscono dalla presenza dello Spirito santo in loro e della sua grazia, questo contamina anche il corpo. In cielo, in terra e in mare ci sono questi segni degli empi: sembrano gonfi di cose, e invece sono vuoti, e vengono portati via senza avere una direzione, che invece ci viene dalla Parola del Signore. Sono persone interne, che siedono nei banchetti fraterni, nelle agapi, ma che invece che vivere di amore, guardano a sè, e pascono se stessi. v. 8 “come sotto la spinta dei loro sogni…”: tutto ciò che succede per loro è come se fosse “sonno”. Abbiamo speranza che da un tale sonno ci si possa svegliare. E’ un problema di tenebre e di luce. v. 11 “si sono incamminati per la via di Caino, …”: la “via” di costoro cosa è? Rileggendo Genesi colpisce che Dio dice a Caino: “il peccato sta accovacciato alla tua porta, ma tu dominalo!”: Caino rifiuta l’aiuto di Dio. E’ importante risorrere alla supplica allo Spirito Santo, perchè noi siamo così. Prima viene il corpo animale, fisico, poi quello spirituale. La fedeltà alla vita battesimale è possibile nella luce e comunione dello Spirito Santo.. v. 10 .Questi uomini, questi “empi”, hanno un rapporto non buono con le cose spirituali. Mentre ciò che comprendono in modo naturale, questo serve a loro corruzione e rovina. E’ tutto negativo: non c’è contrapposizione tra il modo naturale e il mistero: vivono male l’uno e l’altro. E’ il contrario di ciò che ci viene donato nel mistero di Gesù, accolto con mitezza. Forse si può pensare che la citazione di Caino, Balaam e Core (v. 11) possano avere ciascuna la sua caratterizzazione: Caino, l’invidia; Balaam, l’amore per il lucro; e Core, l’orgoglio che porta alla ribellione. e di fronte a questi ci sono degli altri, a loro opposti: Abele a Caino; Mosè, il mite, a Core; e di fronte a Balaam, tutto il popolo di Israele. Le onde del mare che spumeggiano il male: con questa immagine, ci viene mostrato che il male è destinato a finire. E insieme ci ricorda il detto del Signore, che dalla bocca esce ciò che c’è nel cuore. parole