20 Voi invece, carissimi, costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo, 21 conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. 22 Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi 23 e salvateli strappandoli dal fuoco; di altri infine abbiate compassione con timore, stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo.
24 A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia, 25 all’unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e per sempre. Amen.

Seleziona Pagina
Lasciando il participio presente – “costruendo” dice il testo, e non “costruite” – si coglie più facilmente che i verbi dei vers.20-21 descrivono il modo di tale edificazione: pregare nello Spirito Santo e custodirsi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore Gesù. Questa vita vissuta nel mistero trinitario, nella comunione d’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, come abbiamo ascoltato – la preghiera nello Spirito, la custodia nell’amore del Padre e l’attesa della misericordia del Signore Gesù – genera e promuove la vita cristiana come piena della misericordia divina, piena di misericordia. Sia verso chi è in situazione di incertezza circa la vita cristiana, sia verso chi ne è del tutto lontano, anche questi vanno visti e custoditi nella stessa compassione, pur non potendo molte volte condividere niente della loro interpretazione di un’esistenza lontana dal Signore. Così io penserei essere il senso di quello star lontani persino dai loro vestiti.
I vers.24-25 concludono la Lettera con la lode e la gloria di Dio e alla sua opera di salvezza per noi. Egli ci preserva da ogni caduta e ci fa comparire pieni di gioia davanti alla sua gloria, liberati da ogni male.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
P.S. da domani entriamo nella novena del Natale. La nostra Lectio continua riprende, se Dio vorrà, a Gennaio. Vi auguro un Natale ricco di ogni bene. Vi ringrazio di cuore per l’aiuto che ogni giorno mi date con il vostro amore e la vostra attenzione amante per la Parola di Dio. Oggi è l’anniversario dell’ultima Pasqua di don Giuseppe e sono impressionato e commosso per come le Parole che oggi il Signore ci regala lo esprimono e lo descrivono. Chiedo che mi siate vicini perché oggi devo presiedere la Messa che per lui viene celebrata all’Abbazia di Monteveglio, e mi sento un gran batticuore. Un caro abbraccio. Giovanni.
Il commento 2008:
https://www.famigliedellavisitazione.it/gd-20-25.html
L’inizio della lettera aveva visto i credenti “amati in Dio Padre” e “custoditi per Gesù Cristo”. Ora, al termine della breve missiva, essi sono esortati a conservarsi “nell’agape di Dio”, nella preghiera nello Spirito santo, nell’attesa della misericordia del Signore Gesù per una vita eterna… La conclusione è una delle più belle dossologie del Nuovo Testamento; ne riporto solo la seconda parte: “… all’unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e per sempre. Amen”.
Al versetto 24 si può tradurre letteralmente così: “A Colui che può preservarci … “.
Da soli non potremmo, è in Lui che possiamo confidare.
La Misericordia del Signore che già abbiamo ricevuta anche l’attendiamo per la vita eterna. Per questa misericordia, possiamo anche avere misericordia persino per quelli che appaiono irrimediabilmente persi affidandoli comunque al giudizio e alla potenza del Signore.
“Dio nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.”, così recita letteralmente il kiswahili. Dio è Salvatore per mezzo di Gesù, non per altra via.
Tutti i differenti modi con cui Dio conduce gli uomini a salvezza, alla fine, si vedrà che sono attraverso Gesù (vedi anche At 4, 12).
Se invece “per mezzo di Gesù” si unisce a ciò che segue, si può ricordare la conclusione della preghiera eucaristica “Per Cristo …”. Per mezzo di Cristo possiamo confessare e acclamare la potenza, la maestà e la gloria di Dio che lo ha risuscitato, in un certo qual senso primo a essere salvato per la potenza di Dio, e sperare in Lui la stessa potente azione di vivificazione.
Buona strada incontro al Signore che viene.