1 Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, a coloro che sono prediletti, amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo, 2 a voi siano date in abbondanza misericordia, pace e carità.
3 Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra comune salvezza, sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai santi una volta per sempre. 4 Si sono infiltrati infatti in mezzo a voi alcuni individui, per i quali già da tempo sta scritta questa condanna, perché empi, che stravolgono la grazia del nostro Dio in dissolutezze e rinnegano il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.
5 A voi, che conoscete tutte queste cose, voglio ricordare che il Signore, dopo aver liberato il popolo dalla terra d’Egitto, fece poi morire quelli che non vollero credere 6 e tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del grande giorno, gli angeli che non conservarono il loro grado ma abbandonarono la propria dimora. 7 Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che alla stessa maniera si abbandonarono all’immoralità e seguirono vizi contro natura, stanno subendo esemplarmente le pene di un fuoco eterno.

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Per entrare in questa Parola, mi è stato utile osservare e ricordare che nell’esperienza della comunità credente i veri e più pericolosi mali sono quelli che si collocano all’interno della comunità stessa. I mali e i pericoli che vengono dall’esterno, come le persecuzioni, non sono i mali più temibili, e anzi possono essere quella via del martirio che è l’apice della nostra comunione con il Signore.
Giuda avrebbe desiderato scrivere ai suoi fratelli “riguardo alla nostra comune salvezza”(ver.3), ma le circostanze lo obbligano a scrivere loro “per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai santi una volta per sempre”. Quindi, il pericolo è all’interno della vita della comunità, nella quale “si sono infiltrati” elementi negativi (ver.4). Non è del tutto definito il male che essi arrecano, però sembra di capire che “stravolgono la grazia del nostro Dio in dissolutezze”. Mi sono fatto questa ipotesi: nel Vangelo di Gesù tutto è grazia! Si è passati dal regime della Legge a quello del Vangelo! Mentre la Legge procede secondo la struttura della norma e della condanna, il Vangelo si pone come grazia, come puro dono. Come tale, pur nella potenza infinita di salvezza e di dono della vita nuova, la grazia può essere facilmente aggredita, o perché viene stravolta in una struttura legislativa, o perché, come sembra essere qui, viene stravolta e trasformata in interpretazioni libertarie e libertine. Invece, non c’è niente di più esigente – e “cogente”! – della grazia di Dio, proprio a partire dalla sua assoluta mitezza e bontà. Stravolgendo la grazia, coloro che così agiscono “rinnegano il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo”.
Le antiche memoria della severità divina si attualizzano ora di fronte alla situazione turbata e disturbata cui è costretta la comunità credente. Così i vers.5-7.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2008:
Gd 1-4: https://www.famigliedellavisitazione.it/gd-1-4.html
Gd 5-7: https://www.famigliedellavisitazione.it/gd-5-7-5.html
Chi è questo Giuda? E’ colui che il NT associa a Giacomo, Ioses e Simone, chiamandoli “fratelli del Signore”. Da non confondere con Giuda Taddeo, uno dei Dodici. Le parole del saluto sono una bella sintesi della realtà vissuta dai credenti: vengono definiti “prediletti (da agapao) in Dio Padre”; è la grande novità del Vangelo: siamo per definizione esseri amati, prediletti; siamo “in Lui” e Lui non fa che amarci. Poi siamo “custoditi per Cristo”, conservati come cosa preziosa per Lui e in vista di Lui. Infine “chiamati” a una condizione che ci supera, chiamati addirittura a condividere la condizione divina. Intanto, l’autore augura che misericordia, pace e agape siano aumentati e moltiplicati per noi. E’ proprio un bell’inizio.
Prediletti,amati in Dio Padre,custoditi da Gesù Cristo.
‘a voi siano date in abbondanza misericordia, pace e carità.’
Anche queste cose che vengono chieste mi sembra siano tutte cose di Gesù,che è pace,misericordia,carità.
Il cammino è strettamente intrecciato a quello di Gesù.
Non siamo più soli con i nostri nemici interiori che ci porterebbero alla morte ma abbiamo davanti la strada appianata della comunione con Lui..
Sembra a sentire Giuda la nostra unica speranza!
Il testo si apre con tre participi:
– amati in Dio Padre
– custoditi da Gesù Cristo
– chiamati
a cui fa seguito l’augurio di un’abbondanza di misericordia, pace e carità.
Poi ancora vengono citati la salvezza comune, la fede trasmessa e la grazia.
Tutto ciò indica la condizione battesimale e i doni che ne conseguono.
Forse la severità che segue è in qualche modo asimmetrica rispetto alla grandezza di questa condizione e di questi doni.
Nelle tre memorie che seguono la seconda e la terza contengono verbi che sembrano indicare un volontario abbandono della originaria condizione:
al versetto 6 “non conservarono il loro grado”, “abbandonarono la propria dimora”;
al versetto 8 “se ne andarono via dietro a un’altra carne”.
Per la fede bisogna combattere con un verbo che riporta all’agonia di Gesù nel Getsemani.
Tra le immagini tutte molto efficaci a indicare una situazione brutta chiusa in sè, colpisce quelle degli astri erranti, astri ma destinati alle tenebre e erranti che non conducono al Cristo come la cometa nella Epifania del Signore.
Diversa dagli astri erranti è l’immagine che Paolo ha dei credenti in Fil 2, 15:
“irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo ad una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la Parola di Vita.