13 Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. 14 Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. 15 Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; 16 non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore. 17 Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. 18 E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. 19 Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! 20 Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo! 21 Ti ho scritto fiducioso nella tua docilità, sapendo che farai anche più di quanto ti chiedo. 22 Al tempo stesso preparami un alloggio, perché, grazie alle vostre preghiere, spero di essere restituito a voi. 23 Ti saluta Èpafra, mio compagno di prigionia in Cristo Gesù, 24 insieme con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori. 25 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.
NOTA: Da domani, venerdì 17 dicembre, inizieranno le liturgie in preparazione del Natale, la nostra lectio si interrompe e seguiremo le letture ufficiali delle liturgie del giorno fino a domenica 2 gennaio 2022.
COMMENTO
Paolo confida a Filemone che a conluivrebbe voluto trattenere Onesimo per essere da lui assistito, tuttavia ora desidera avere il parere di Filemone, perché vuol essere sicuro del suo consenso. Ora può assicurare che Onesimo vuol essere in piena comunione con lui in modo molto più ricco e profondo di prima. Prima, infatti, Onesimo era suo schiavo, ora, invece, sarà con lui “molto più che schiavo, come fratello carissimo”.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco