11 Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, 12 per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, 13 finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. 14 Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. 15 Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. 16 Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità.
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Mi sembra che la traduzione italiana del ver.11 enfatizzi la “personalizzazione” di questi compiti. Forse è meglio rendere semplicemente alla lettera: “Egli diede gli apostoli, i profeti, gli evangelisti, i pastori e i maestri …”. E questo giustamente enfatizza lo scopo di tali elezioni che è “per la preparazione (la dotazione) dei santi all’opera delle diaconìa, all’edificazione del corpo di Cristo” (ver.12).
In questo modo si sottolinea maggiormente lo scopo di questi ministeri che è la ministerialità di tutto il popolo. Altrimenti il rischio è quello di enfatizzare una funzione, facendola diventare un titolo, senza sottolinearne la funzionalità e lo scopo. Provo a spiegarmi: è come se il fatto che io sia un prete diventi un “titolo” chiuso in se stesso, e non visto nel suo scopo di servizio verso tutto il popolo!
Dunque, come dice il ver.12, è compito di tutto il popolo l’edificazione del “corpo di Cristo”. Per questo è necessario che “noi tutti giungiamo all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio” (ver.13)!
E il grande scopo di tutto è il Cristo stesso nella sua pienezza! Questo scopo è, mi sembra, più che una “conoscenza”, come noi intendiamo questo termine. Si tratta di una vera “esperienza”, nella quale tutta la comunità vive la sua comunione con il Signore Gesù, presente in ciascuno e in tutti!
Se questo manca, la comunità è esposta al pericolo segnalato al ver.14, quello di un degrado mondano che non è per il vero bene di tutti e si abbassa alle competizioni ingannevoli di potere che caratterizzano i rapporti di frode e di violenza delle sapienze mondane.
Invece l’azione ecclesiale è caratterizzata dal meraviglioso intreccio di verità e carità che Paolo ricorda al ver.15: è questo che esprime e attua la vera crescita di ciascuno e di tutti verso la Persona di Gesù, che è “il capo del corpo”!
Dove “il capo” non è il “comandante”, ma appunto “il capo”, cioè “la testa” di tutto il corpo! E questo “corpo” allora “cresce” nel modo meraviglioso descritto al ver.16: un corpo che cresce per la presenza e l’azione di ogni discepolo, e cresce edificando se stesso nell’amore!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi chiedo: qual’è il segno che il corpo di Cristo in noi è arrivato a maturità, cioè quella “pienezza della misura di Cristo” di cui parla Paolo? Mi viene in mente “Ecco l’uomo!” che compare nella passione del Signore…..forse questa è un’icona della pienezza della misura dell’amore di Cristo ed è anche per noi un riferimento….la pienezza dell’uomo nuovo si manifesta in un uomo totalmente donato per amore.
Tante parole preziose in questi versetti. Una è “l’opera della diaconia”: è la funzione che tutti devono compiere per l’edificazione della comunità. L’asciugamano della lavanda dei piedi è il vero simbolo del discepolo di Gesù. – Un’altra espressione è “l’uomo perfetto” verso il quale camminiamo: ed è Gesù, il Figlio dell’uomo, l’uomo perfetto, modello e fine dei credenti, anzi di tutti gli uomini. – Mi colpisce infine, al v.16, la frase: “secondo l’energia propria di ogni membro”. Non è facile capire il testo originale, ma è comunque bella quella “energia” che ognuno mette a disposizione e che a sua volta riceve da tutti gli altri.