11 In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, 12 perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. 13 In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, 14 il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
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Le parole che oggi riceviamo dalla bontà del Signore concludono il grande inno di benedizione a Dio iniziato al ver.3. A questo punto si evidenzia un dato che fino a questo punto poteva rimanere piuttosto implicito, e cioè che coloro di cui parla Paolo, e ai quali più direttamente si rivolge, sono gli ebrei, sono i suoi fratelli della Prima Alleanza. Questo non esclude che tali parole possano essere ricevute anche da quei pagani che hanno accolto la Parola di Dio nel suo compimento in Gesù. Tuttavia, teniamo conto subito della rilevanza della relazione tra il “noi” del ver.12:”noi che per primi abbiamo sperato in Cristo”, e il “voi” del ver.13:”in Lui anche “voi”…”, dove il “noi” è specificamente detto degli ebrei e il “voi” è detto dei pagani che hanno creduto in Gesù.
Dunque, i vers.11-12 in modo impetuoso e felice canta la bellezza del cammino dei Figli di Israele, che sono stati chiamati ad essere “a lode della sua (di Dio) gloria, noi che per primi abbiamo sperato in Cristo”!! Qui Paolo coglie dunque il compimento della vicenda di Israele che si incontra con il Messia atteso e profetizzato nella sua storia. Questo è l’Israele fedele. Questo è Israele. Qui non c’è traccia di un Israele che rifiuta il Cristo. Anzi risplende la sua fedeltà, che consente a tutte le genti di entrare nella stessa eredità.
Ecco quindi noi, i provenienti dal paganesimo, dalla gentilità, che siamo nominati come gli “anche voi”, cioè coloro che possono accedere alla stessa grazia ascoltando “la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto”. Oggi dobbiamo essere felici e grati per la storia del Popolo di Dio della Prima Alleanza, che ha consentito a noi di entrare nella stessa eredità. Abbiamo infatti “ricevuto il suggello dello Spirito Santo”. Tale Spirito “era stato promesso” ai nostri padri ebrei, ed era stato promesso a loro come destinato anche a noi. Potete ritornare oggi con meraviglia alle grandi profezie di Geremia 31,31-34 e di Ezechiele 36,22-28, per cogliere appunto il ruolo insostituibile di Israele per la salvezza di tutta l’umanità.
Quando al ver.14 Paolo parla della “nostra eredità”, quel “nostra” si riferisce a ebrei e pagani insieme, che sono insieme “in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria”. Parlando oggi con nostri fratelli e amici ebrei, possiamo avere l’impressione che essi non accettino questa comunione tra la loro e la nostra fede. E questo certo mette in noi un velo di tristezza, perchè a loro pare meno evidente questa comunione. Ma è necessario pensare a come abbia influito sul loro pensiero l’orrore del nostro (anche di noi “cristiani”!!) antisemitismo. Ci è chiesto oggi di essere profondamente attenti non solo a dare i segni dell’amicizia, ma anche quelli dell’assoluto delicato rispetto per il loro cammino di fede. E in tal modo possiamo guardare con piena fiducia a quello che alla fine la potenza del Signore compirà in loro e in noi. Ricordo con gratitudine la delicatezza del Vescovo Carlo Maria Martini che non volle dare spettacolarità al Battesimo di una persona ebrea di grande rilievo pubblico, proprio per custodire molta delicatezza nei confronti della comunità ebraica. Vi ricordo anche l’episodio, rimasto un po’ come un fioretto non so quanto verificato da documenti ufficiali, secondo cui il Fondatore della Comunità di Taizè, durante il Concilio cui partecipava attivamente, chiese al Papa Paolo VI di poter entrare nella comunità cattolica. E il Papa, abbracciandolo, lo pregò di considerarsi del tutto interno a tale comunità, rimanendo tuttavia immerso nella realtà della Riforma e in particolare nella comunità monastica da lui fondata, per essere ponte di cammino nella pace per molti altri, sia cattolici che protestanti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo Santo Spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
Salmo 50
Noi, voi. Gli ebrei e i gentili. “noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo”. “In lui anche voi…avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo “. Insieme , noi e voi, in attesa. E’ la fede in Cristo che riunisce ebrei e pagani. E’ la chiesa di Cristo, la comunità dei chiamati, la realtà totalmetnte nuova che si è creata a partire da questo movimento, questo convergere verso Cristo. E’ la nuova realtà, la chiesa, che è “in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.” Mi piace la chiesa “in attesa”, non la chiesa che giudica, che assolutizza se stessa, ma che umilmente sa che la salvezza viene da Dio e a lei è stata tutta donata.