Che fatica, questo povero ecumenismo. E che noia, alla fine. Non succede mai niente. Eppure mi sembrava che si dicesse che la Chiesa Cattolica sentisse ormai come irrinunciabile, ma anche urgente, un passo decisivo e definitivo. Lettera firmata
Non sono per niente d’accordo. Soprattutto per alcune espressioni molto pesanti che lei mi scrive e che io non penso bene riscrivere nella nostra piccola rubrica, che vuole ricordare che la cortesia e la gentilezza sono qualità importanti della Carità. Mi sembra un po’ assurdo invocare con sdegno l’urgenza ecumenica dimenticando di usare termini e modi ecumenici con la gente di casa. Ma non voglio fare la predica. Il suo messaggio mi sollecita a rivolgere a me stesso le domande che lei pone. Bene. Devo dire che porto nella testa e nel cuore avvenimenti e insegnamenti del passato e del presente, che mi fanno ben sperare per i tempi prossimi. Nella mia memoria trovo, quasi cinquant’anni fa, Papa Giovanni. Mi incantò la sua proposta ecumenica: non limitiamoci a dire ai fratelli separati che possono e devono rientrare nella Casa che hanno lasciato. Proponiamo di aprire il Vangelo insieme e di ascoltarlo insieme. Facciamoci dunque prendere per mano dal Signore Gesù e camminiamo insieme a Lui, il Buon Pastore che raccoglie da più ovili le pecore che sono tutte sue, per portarle verso l’unico Padre. E se qualcuno dicesse: però, quanto tempo abbiamo perso, a lui PapaGiovanni rispondeva: magari noi abbiamo perso del tempo a non volerci bene, ma il Signore non ha perso tempo, e in questi secoli ha fatto regali belli all’una e all’altra chiesa; regali che oggi ci consentono confronti e incontri molto fruttuosi,e soprattutto il concepire l’ecumenismmo non come progetto di rigida uniformità, ma come unità piena di vari e splendidi doni. Questa è memoria del passato. Anche per il presente ho esperienze felici. Ne cito una per tutte: Gerusalemme. Ci sono stato per la prima volta nel 1972, prima di essere ordinato Prete. Allora ho sperimentato la durezza e lo squallore delle comunità cristiane nella Basilica del Santo Sepolcro, divise, incattivite e ancorate a modi e manifestazioni nè sapienti nè fecondi. Nel tempo le cose sono cambiate. E la ragione principale sta nella triste divisione dei due popoli che più numerosi abitano in Terra Santa: gli ebrei e i palestinesi. Mosse e commosse dal dramma dell’odio e della guerra, le Chiese hanno avvertito l’opportunità e l’importanza della loro preghiera per la pace. Si sono avvicinate tra loro e si sono unite in concorde preghiera per rispondere all’insolubile problema del conflitto con la potenza della supplica allo Spirito. In questi tempi di preghiera comune, ogni chiesa, a turno – a Gerusalemme ci sono più di quindici chiese cristiane, con il loro Vescovo e il loro piccolo popolo – ospita le altre e guida la preghiera. Ovviamente, cercando di esprimere il meglio della sua tradizione spirituale. Oggi, se mi unisco alla preghiera di un’assemblea cristiana, vengo subito circondato da segni di accoglienza e di riguardo. Oggi mi è più facile lasciarmi prendere dalla bellezza dei doni. Celebrare i Primi Vespri domenicali nella Cattedrale Russa è esperienza di paradiso. Tante cose sono ancora in sospeso. Ma gli animi vengono condotti dall’unico Spirito, l’uno verso l’altro. Dunque, coraggio, e speriamo. Buona Domenica. d.Giovanni.
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Carissimo, scusa se mi trovo a scriverti pur non avendo letto tutta la lettera ma il fatto che sono molto dispiaciuta. Penso tu non abbia mai pregato con fratelli cristiani, perch subito ci si rende conto di quanto non sia noioso parlare di ecumenismo,le nostre regole appaiono nella loro piccolezza e veniamo catapultati al cuore del messaggio cristiano.Non credo di essere blasfema se dico che Ges non solo dei cattolici, ma di coloro che con Lui rinascono a vita nuova e forse la mancanza della voglia di ecumenismo sta anche nel fatto di sentirsi a posto, perch poi tante complicazioni? Non pi tempo di far diventare tutti bravi cattolici ma pregare per l’unione di fratelli e questo desiderio nel tempo si deve fare pi forte proprio perch fratelli in Dio Padre. Ciao .