4 Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato 5 e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; 6 perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio.
Ebrei 12,4-6

“Fino al sangue”: è il ricordo dei tanti martiri citati nel capitolo 11 della lettera, testimoni della fede fino al dono della vita ed è anche e soprattutto il ricordo del sangue di Cristo, di cui la lettera ha parlato nei capitoli precedenti, come ben più potente del sangue degli animali offerti secondo il culto antico.
“l’esortazione”: più correttamente, ci sembra, San Girolamo nella sua Vulgata traduce “consolazione”; infatti, più che esortare, la lettera intende consolare chi è nella prova della “correzione” e rischia per questo di scoraggiarsi. La consolazione sta nella parola “amare”, che compare nella lettera qui per la prima volta avendo come soggetto Dio e come destinatari noi: Dio è Padre e ama noi e ci chiama suoi figli e ci tratta come tali; perciò non dobbiamo perderci d’animo nelle vie delle nostre umiliazioni.
Dio vi benedica e voi benediteci. F e Gv