Domenica 28 ottobre 2007 Letture
Sir 35, 12-14.16-18
12 Il Signore è giudice e non v’è presso di lui preferenza di persone. 13 Non è parziale con nessuno contro il povero, anzi ascolta proprio la preghiera dell’oppresso. 14 Non trascura la supplica dell’orfano né la vedova, quando si sfoga nel lamento.16 Chi venera Dio sarà accolto con benevolenza, la sua preghiera giungerà fino alle nubi. 17 La preghiera dell’umile penetra le nubi, finché non sia arrivata, non si contenta; 18 non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto, rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l’equità.
2Tm 4,6-8.16-18
Carissimo, 6 il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. 7 Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. 8 Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione. 16 Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. 17 Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. 18 Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Lc 18,9-14
In quel tempo, Gesù 9 disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10 «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11 Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12 Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13 Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14 Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
Come prima indicazione per la scelta dei canti della prossima domenica, suggerisco questi temi:
Primo tema: Dio giusto giudice, che non fa preferenza di persone, non è parziale ma solidarizza con chi è debole e oppresso.
Secondo tema: Dio unico giudice, davanti a cui nessuno è senza peccato, ma ciascuno è giudicato, condannato e poi graziato nel sacrificio della croce. Dall’affidamento a Dio, unico giudice, nascono in noi l’atteggiamento di umiltà e la rinunzia del giudizio sugli altri. (“E non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Gesù Cristo” (Rom 3,23-24))
Terzo tema: la potenza della preghiera dell’umile, preghiera di supplica e di ringraziamento che penetra le nubi e non desiste finchè l’Altissimo non sia intervenuto.
Quarto tema: il nostro atteggiamento: l’attesa con amore della manifestazione di Cristo, dopo aver “combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” : l’orizzonte della vita non è la morte ma finalmente poter sciogliere le vele per iniziare il viaggio!
Mi colpisce nelle parole di questa domenica il fatto che ci viene offerto uno squarcio di visione celeste “al di là del velo” riguardo ai rapporti tra Dio e gli uomini e tra gli uomini e Dio. Mi spiego: ho l’impressione che “al di qua del velo” le persone citate nelle letture, il povero, l’oppresso, l’orfano, la vedova, l’umile e nel vangelo il fariseo e i pubblicano non conoscono e non possono verificare l’accoglimento della loro preghiera e il suo esaudimento presso Dio se non ci fosse regalata questa parola che illumina la nostra fede e ci rivela il modo di vedere di Dio e la sua predilezione per “l’ultimo” in quanto “l’ultimo” assomiglia al suo figliuolo amato. Così verosimilmente il pubblicano del vangelo torna a casa sua giustificato ma in certo senso non lo sa e non potrebbe saperlo se non ci fosse regalata la luce di questo vangelo….allora ancora una volta gloria al Signore per il dono della sua parola!
dopo il bell’incontro di stasera ecco la rosa dei canti che abbiamo pensato leggendo e commentando insieme le Scritture proposte per domenica:
44 Celebrate il Signore
125 Io rendo lode o Padre
22 Il Signore Dio è la mia luce
235 Sorga Iddio il Signor
68 Signore tu mi scruti
51 A te levo gli occhi
48 Alzo gli occhi verso i monti
57 Non è superbo il mio cuor
58 O Signor il mio cuor
Giustizia e preghiera riassumono bene il significato dei testi.
Viene messo in risalto quanto è potente la preghiera dei piccoli, degli oppressi e degli umili bisognosi e desiderosi del rapporto sincero e profondo con Dio. La giustizia unita alla preghiera sottolinea l’imparzialità di Dio verso le persone e per S.Paolo, uomo consapevole della potenza di Dio, è vista come dono supremo finale.
Credersi giusti è già un passo falso, nella realtà è il Signore che rende giusto l’uomo, che cerca la intima relazione con Lui.
Questa può essere una buona occasione per verificare il nostro rapporto con la preghiera, perchè questa sia sempre un grido appassionato al Signore e un attento ascolto delle sue parole.