9Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, 10perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; 11rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto; 12ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
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Sia pure con molta delicatezza, Paolo entra oggi nel problema che riguarda i Colossesi.
Nei versetti del nostro testo esso ancora non viene esplicitato, ma è evidente l’auspicio che la preghiera dell’Apostolo possa portare questa Chiesa alla “piena conoscenza” (ver.9) della volontà di Dio, del suo disegna di salvezza, “con ogni sapienza e intelligenza spirituale”: è dunque evidente che esiste un problema, una mancanza, da cui bisogna uscire.
E siccome si chiede e si spera che essi possano avere “piena conoscenza” della volontà di Dio, “con ogni sapienza e intelligenza spirituale”, deve essere chiarito ed eliminato un problema presente nella fede di questa comunità ecclesiale!
Non si tratta solo di un problema intellettuale e teorico, perché esso pesa direttamente sulla prassi! Paolo spera che essi possano comportarsi “in maniera degna del Signore (ver.10): dunque è problema che investe la vita stessa delle persone!
Correggendo ciò che è sbagliato, i Colossesi potranno finalmente vivere pienamente la vita cristiana, comportandosi “in maniera degna del Signore, ed “essere perseveranti e magnanimi in tutto” (ver.11).
Possano quindi ringraziare con gioia il Padre: “che vi ha resi degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce” (ver.12).
Ancora dunque l’Apostolo non è entrato in argomento, ma lo ha introdotto con serietà e con speranza.
Dio ti benedica, E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.