13 1 E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. 2 La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e il suo grande potere. 3 Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita.
Allora la terra intera, presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia 4 e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia, e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?».
La figura della bestia, distinta dal drago e a questo intimamente connessa, è di grande interesse per noi. Se, infatti, da una parte il drago è presenza del principio del male nella sua essenza, e il nostro Libro l’ha esplicitamente chiamato anche “Diavolo, Satana”, la bestia è di quel drago la sua manifestazione storica: i grandi sistemi e i terribili regimi che ogni tempo ha conosciuto come domini e imperi che si impongono storicamente come invincibili regimi.
La bestia si impone certamente per l’assolutezza e la violenza del suo potere: “Il drago le diede la sua forza, il suo trono e il suo grande potere”. Ma tutto questo è anche quello che di seduttivo la bestia manifesta ed esprime nei confronti dell’umanità: “Allora la terra intera, presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia” (ver.3)!
Così “la terra intera” (ver.3) segue la bestia e adora il drago, “perché aveva dato il potere alla bestia, e adorarono la bestia dicendo: “Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa”. E’ la divinizzazione del potere mondano. E’ l’apice dell’idolatria. Ed è sconvolgente pensare che tutto questo possa avvenire accompagnato e sostenuto da pretese affermazioni e conquiste del pensiero, della ricerca scientifica, del progresso tecnico … La vigilanza e la lotta contro questo dramma è al cuore della fede ebraica. Nessun “peccato” è più grave e drammatico dell’idolatria. E’ tentazione e pericolo che ha accompagnato anche tutta la storia del cristianesimo. E’ un processo di “sacralizzazione” cui è esposta la nostra stessa fede.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dopo il drago, la bestia: con corna, teste, diademi e “titoli blasfemi”. Sono immagini e un linguaggio simbolico un po’ ostici per noi. Tuttavia, se pensiamo alla storia umana, è facile vedere le incarnazioni, le manifestazioni di questa bestia: poteri e regimi, con i loro capi e gli innumerevoli accoliti, che hanno seminato terrore, violenza, sofferenza tra i popoli. Ed è impressionante il fatto che gli uomini stessi accettino di essere asserviti, addirittura ammirano e adorano la bestia di turno, quasi fosse un dio. I nomi blasfemi – spiega la TOB – indicano che chi detiene il potere vuole usurpare i titoli e i poteri divini. “Chi è simile alla bestia?”: è una domanda – osserva un’altra nota – che i credenti rivolgono a Dio, per es. nei Salmi: “Chi è mai come te, Signore?”
C’è una grande insistenza in tutta l’Apocalisse, e qui in particolare, sul “vedere” e sul vedere bene ciò che accade. Giovanni vede la bestia, vede che esce dal mare, che nell’Antico Testamento è luogo di terrore dal quale proviene ciò che è maligno e pericoloso (tanto che nella nuova creazione ci saranno cieli e terra nuova ma il mare sarà sparito). Quindi Giovanni riconosce subito tutta la natura demoniaca della bestia, e non si lascia trarre in inganno dalla sua apparente intelligenza e sapienza (le sette teste) e dalla sua potenza e dal suo prestigio imperiale (le corna con i diademi). Ne riconosce invece la somma della perversione degli antichi poteri degli imperi passati richiamando la profezia di Daniele sulle quattro bestie. Gli abitanti della terra, invece, che non “vedono” e non se ne avvedono, cadono in adorazione davanti ai simboli del potere imperale e alla intelligenza della bestia. È fortissimo nel testo l’invito a tenere gli occhi aperti di fronte al potere mondano che anche oggi si manifesta, a vedere al di là delle sue giustificazioni, dei suoi meccanismi apparentemente virtuosi, efficienti, ineluttabili, per scoprirne la radice, l’origine e anche i terribili effetti che vedremo descritti nei prossimi giorni. Solo vedendo la cattiveria della bestia e comprendendone l’origine ci si può sottrarre alla sua adorazione.