Caro don Giovanni, le sono molto grata per la proposta di guardare con attenzione alla crisi del lavoro, nella quale molti sono caduti e molti cadranno. Le scrivo per due motivi. Da una parte vorrei offrire la mia collaborazione. Dall’altra intervengo nella sua rubrica perchè anch’io sono vittima di questa crisi. Non vorrei fare del vittimismo inopportuno. L’aver perso il lavoro non mi mette in condizioni preoccupanti. Anche se non sono la sola. Io e mio marito abbiamo i figli ormai sposati, e siamo quindi molto vicini all’età della pensione. Ma proprio per questo motivo i nostri soci di una piccola azienda da noi fondata ci hanno fatto capire che la nostra anzianità suggeriva che noi ci tirassimo indietro. L’abbiamo fatto di buon animo. Adesso però vedo mio marito in grande disagio. Io sono più tranquilla, anche perchè, come usa dire, penso di riciclarmi in qualche modo. Ma la nostra vita, in pochi giorni, è completamente cambiata. Anche i nostri figli sono preoccupati per noi. Io cerco di calmare tutti. Grazie per quello che mi farà sapere. lettera firmata

Cara Signora, la ringrazio per il suo messaggio forte e sereno. Mi fa piacere incontrare persone che come Lei non si lasciano vincere dalla preoccupazione e cercano alternative. Certo, come Lei stessa sperimenta nella sua famiglia, sto vedendo che per le donne spesso questa crisi è meno grave, ed proprio per la disinvoltura con la quale pensano di trovare qualche altro spazio di impegno, e anche per la loro disponibilità a guardare verso mansioni molto semplici e addirittura umili. Per un uomo, soprattutto ad una certa età, tutto è più difficile. Per questo, oltre che per la situazione di disagio esterno, talvolta anche molto delicata, sono feriti psicologicamente. Vedo che per molti è insostenibile il semplice fatto di rimanere in casa al mattino, quando gli altri escono per i loro impegni, come anche loro hanno fatto per molto tempo. C’è anche, inevitabile, il sospetto di essere stati eliminati rispetto ad altri più favoriti o più efficenti. La mia speranza è che questa crisi possa contenere non solo guai ma anche qualche "tesoro nascosto". Nel nostro pezzo di mondo il lavoro è in modo quasi assoluto la definizione principale delle persone: uno è quello che fa come lavoro.E questo è decisamente troppo. Scoprire impegni e relazioni di grande preziosità al di fuori del lavoro. O addirittura scoprire che la semplice e severa parola "povertà" può muovere anche responsabilità, collaborazioni e idee nuove e importanti….può essere un dono prezioso per l’intera società. Anche per questo sono contento che mi arrivino molti suggerimenti perchè in ogni modo le persone non siano lasciate sole, e con idee che mi sembrano anche molto geniali. Vedremo. E magari vedremo che le cose si risolvono rapidamente e non c’è bisogno di provvedimenti speciali. Intanto ci avviciniamo alla Pasqua. Ed è importante che mettiamo tutto nel cuore di nostro Padre e ci raccogliamo intorno al sacrificio d’amore di suo Figlio e alla sua Croce come grembo della vita nuova. Auguri anche a Lei. Cordialmente. d.Giovanni.