1 Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne: 2 “Parlate agli Israeliti e riferite loro: Se un uomo soffre di gonorrea nella sua carne, la sua gonorrea è immonda. 3 Questa è la condizione d’immondezza per la gonorrea: sia che la carne lasci uscire il liquido, sia che lo trattenga, si tratta d’immondezza. 4 Ogni giaciglio sul quale si coricherà chi è affetto da gonorrea, sarà immondo; ogni oggetto sul quale si siederà sarà immondo. 5 Chi toccherà il giaciglio di costui, dovrà lavarsi le vesti e bagnarsi nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. 6 Chi si siederà sopra un oggetto qualunque, sul quale si sia seduto colui che soffre di gonorrea, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. 7 Chi toccherà il corpo di colui che è affetto da gonorrea si laverà le vesti, si bagnerà nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. 8 Se colui che ha la gonorrea sputerà sopra uno che è mondo, questi dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. 9 Ogni sella su cui monterà chi ha la gonorrea sarà immonda. 10 Chiunque toccherà cosa, che sia stata sotto quel tale, sarà immondo fino alla sera. Chi porterà tali oggetti dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. 11 Chiunque sarà toccato da colui che ha la gonorrea, se questi non si era lavato le mani, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. 12 Il vaso di terracotta toccato da colui che soffre di gonorrea sarà spezzato; ogni vaso di legno sarà lavato nell’acqua. 13 Quando chi è affetto da gonorrea sarà guarito dal male, conterà sette giorni dalla sua guarigione; poi si laverà le vesti, bagnerà il suo corpo nell’acqua viva e sarà mondo. 14 L’ottavo giorno, prenderà due tortore o due colombi, verrà davanti al Signore, all’ingresso della tenda del convegno, e li darà al sacerdote, 15 il quale ne offrirà uno come sacrificio espiatorio, l’altro come olocausto; il sacerdote compirà per lui il rito espiatorio davanti al Signore per la sua gonorrea. 16 L’uomo che avrà avuto un’emissione seminale, si laverà tutto il corpo nell’acqua e sarà immondo fino alla sera. 17 Ogni veste o pelle, su cui vi sarà un’emissione seminale, dovrà essere lavata nell’acqua e sarà immonda fino alla sera. 18 La donna e l’uomo che abbiano avuto un rapporto con emissione seminale si laveranno nell’acqua e saranno immondi fino alla sera.
Seleziona Pagina
Tutto quello che riguarda la sfera della sessualità – e non solo questo, ma globalmente tutto quello che l’uomo può “fare” – è esposto al rischio di essere considerato secondo “istinti razionali” (perdonate l’espressione del tutto “selvaggia”) e “spiritualità” lontane dalla fede ebraico-cristiana, e quindi di essere guardato come “peccato”. Di conseguenza, la sessualità sarebbe una funzione inferiore – vicino alla fisionomia “animalesca” della persona umana – e l’astensione della sessualità come accesso ad una condizione spiritualmente più elevata. Tremo un po’ nel dire queste cose, perchè capisco che potrei scandalizzare qualcuno. Abbiate pazienza e perdonate.
Provo a ritornare sul tema dell’ “immondezza” e dell’ “immondo”. Le varie note delle bibbie ci assicurano che non si tratta di “peccato”. Allora, che cosa vogliono esprimere questi termini? Questo, mi sembra: vogliono dire la distanza e l’inadeguatezza, l’inevitabile debolezza della “carne” quando si accosta e in qualche modo “celebra” il mistero di Dio. La sessualità umana è l’evento e il segno dell’incontro, dell’incontro d’amore, della fonte della vita. Quello che avviene, quello che “viene fatto”, è molto più grande di noi, è significativo di un evento infinitamente più grande di quello che la nostra persona può esprimere, sia fisicamente, sia psicologicamente, sia spiritualmente.
Provo a dire che il nostro testo sceglie per questo di trattare di un’infermità, di una “malattia”, di una “debolezza” (nel linguaggio biblico malattia e debolezza-fragilità sono vicinissime). Lo stesso carattere contagioso di questa malattia tende a mettere in evidenza questo fatto. Chi se ne intende mi dice che il contagio non avviene per questi “contatti” che il nostro testo elenca. Non siamo quindi sul piano di una prudenza “sanitaria”, ma di un’attenzione e di un’intenzione sul piano spirituale, nell’orizzonte di una celebrazione “liturgica” della vita.
Mi sembra che questo venga confermato sia dai vers.16-17 dove si accenna ad eventi del tutto involontari, sia soprattutto dal ver.18 che fa riferimento all’atto sessuale senza nessun cenno ad eventualità peccaminose.
Come criterio generale mi sembra si debba tenere questo: per la rivelazione ebraico-cristiana la sfera della sessualità non è guardata come un ambito di impurità peccaminosa, ma, al contrario, come l’orizzonte di una celebrazione suprema della persona umana e del suo essere a immagine e somiglianza di Dio. Una realtà “troppo grande”, e quindi inevitabilmente circondata di grandi attenzioni e di grandi cure. Tra l’altro, anche chi ritiene di non avere il dono della fede, prima o poi verifica con stupore come la sessualità sia non una pura funzionalità, ma la sede del grande mistero della vita, della morte e della risurrezione.
Evidentemente, capisco benissimo che mi mandiate a quel paese. E peraltro gradirò moltissimo che qualcuno voglia correggermi e aiutarmi a capire giusto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Come si è già detto – ma è importante sottolinearlo – non si tratta qui di “peccati” riguardanti la sfera sessuale, ma di “impurità rituali”, che sono di ostacolo ad una piena relazione con Dio. Alcune norme che leggiamo in questo capitolo hanno un evidente scopo igienico-sanitario; altre costituiscono una tutela per la donna, quando chiedono ad es. di evitare rapporti nel periodo delle mestruazioni o nei giorni dopo il parto. Si può vedere qui anche un prendere le distanze dalle pratiche di altri popoli del tempo, come la prostituzione sacra praticata presso i luoghi di culto… Per Israele, invece, è Dio che parla, rivolgendosi a Mosè ed Aronne (v.1). Tutto ciò che ha a che fare con il mistero della sessualità e della fecondità, non può essere sottratto alla relazione con Lui. Nell’amore sponsale e nel dono della vita – pur con tutti i nostri limiti – siamo davvero simili a Lui, siamo immagine di Dio, che è esclusivamente amore e fonte di ogni vita.
…io credo che in una profonda unione d’amore, che può essere presente anche oltre l’amore coniugale, uomo e donna vanno… oltre la dualità del sesso e scoprono la loro unità di amore… così credo che si possa relizzare l’amore anche per chi ha fatto un voto di castità…
allora tutte le purificazioni del levitico si leggono e forse si vivono con una leggerezza tale…da non permettere imbarazzo alcuno…