11 Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi perché tali sono nella carne per mano di uomo, 12 ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo. 13 Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo.
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Ricavo dal passo odierno due indicazioni di vita pratica: ricordare come eravamo e vivere ciò che siamo.
I turchi del tempo di Paolo che sono diventati cristiani devono ricordare come vivevano prima di credere in Cristo per apprezzare quello che sono diventati per mezzo della fede in Cristo. Erano ovviamente senza Cristo, che non conoscevano e al quale non potevano credere, e perciò senza la cittadinanza d’Israele, senza i patti, senza speranza, senza Dio. In pratica erano lontani e venivano chiamati incirconcisi da coloro che erano circoncisi nella carne. La fede in Cristo morto e risorto, di cui Paolo aveva già parlato nei versetti precedenti, li ha trasformati, ma per apprezzare tale cambiamento essi devono continuamente ricordare e ripensare alla situazione di vita precedente all’accoglienza del Vangelo.
Essere e vivere da cristiani significa diventare «ebrei», cioè entrare nella preziosa e unica eredità data nell’Antico Testamento al popolo eletto. Credendo in Cristo, essendo e vivendo in lui e con lui, divento cittadino d’Israele, ricevo i patti della promessa fatta ai nostri padri e fratelli maggiori, trovo speranza e comunione con Dio. In pratica da lontano divento vicino, da incirconciso nella carne divento circonciso nello spirito. La fede in Cristo morto e risorto mi innesta nel popolo eletto e mi fa godere dell’eredità promessa ad Abramo e ai suoi discendenti.
Ricordare come vivevo prima di conoscere queste belle cose e acquisire la mia nuova identità di cristiano ebreo: due grandi percorsi per la giornata che inizia.
Il Signore è la mia forza e il mio scudo,
ho posto in lui la mia fiducia;
mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore,
con il mio canto gli rendo grazie.
Il Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza del suo consacrato.
Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici,
guidali e sostienili per sempre.
Salmo 27