27 Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». 28 Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». 29 Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30 E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
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Siamo ormai nel pieno del mistero del Messia e del Figlio di Dio. Quel “segreto” che continuamente Gesù ha chiesto fin qui, raggiunge oggi il suo culmine: da una parte Egli chiede ai suoi discepoli di cogliere e di manifestare la sua più profonda identità, ma dall’altra, dopo la confessione di fede da parte di Pietro, torna a chiedere un rigoroso silenzio. Sarà probabilmente il testo successivo a darci una chiave di spiegazione.
Anche la collocazione geografica di questo episodio merita attenzione: Cesarea di Filippo, quindi fuori dallo stretto ambito giudaico, quasi a significare che la sua Persona è rivolta ad un orizzonte più vasto della vicenda di Israele. E questo forse orienta anche la risposta dei discepoli, ovviamente tentata di collocare Gesù al termine e al culmine della tradizione profetica del popolo di Dio: Giovanni il Battista…Elia…uno dei profeti.
Ma alla ripresa della domanda da parte di Gesù, Pietro esprime la vera identità del Signore:”Tu sei il Cristo”. Gesù è il Messia, il Salvatore del mondo, l’atteso delle nazioni.
Ed ecco allora la severa richiesta di silenzio da parte di Gesù al ver.30. A questo punto s’impone a ciascuno di noi la responsabilità di cogliere come si può e si deve riconoscere, annunciare e testimoniare il Cristo di Dio, e insieme mantenere con rigore un comando che non abbiamo ragione di pensare superato e quindi inattuale per noi. Vi chiedo cono forza di aiutarmi in questo, mandandomi vostri pensieri e frutti della vostra preghiera.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù chiede: Chi sono io per la gente? – Vengono fuori risposte belle, ma in un quadro di riferimento scontato e nelle categorie della religione. Il Battista era un martire grande e recente; Elia era stato uno sterminatore (anche violento) dei nemici di Dio; il profeta atteso è quello che era stato annunciato a Mosè e sarebbe stato un nuovo Mosè; quindi un profeta nella Legge e per la Legge. Anche la risposta di Pietro va in questa direzione: Sei il Messia, l’Unto di Dio, colui che ristabilirà il regno di Israele e spazzerà via peccatori e malvagi… Ma Dio fa una cosa nuova, al di là di quello che la nostra fantasia sia in grado di immaginare. Non un restauratore di religioni, ma un messia umile e mite, che celebrerà il suo trionfo a cavalcioni di un asinello…, per pervenire alla glorificazione della croce.
E’ giusto confessare che Gesù è il Cristo, ma bisogna anche tacere. E’ vero che Gesù è il Cristo, il Messia atteso. Ma non è il Messia trionfante e vittorioso che ci potremmo aspettare. E’ un messia diverso, è il messia crocifisso, colui che salva prendendo su di sé il peccato del mondo. Questo i discepoli, e noi, lo impareremo alla sua sequela, sulla strada che porta a Gerusalemme, fino alla Pasqua. Bisogna tacere, per riuscire a confessare il Cristo, e non la nostra idea del Cristo. Bisogna prima di tutto tacere, ascoltare lui, far parlare lui.
‘E voi chi dite che io sia?’. Ho trovato molto diretta a noi la domanda che oggi il Signore fa ai discepoli..
Pur pensandoci a lungo non ho trovato una risposta chiara se non l’esperienza personale di essere stato recuperato, afferrato, salvato dal Signore. Come i malati, i poveri, incontrati fino a questi versetti.
Personalmente invidio anche un pò la determinazione di Pietro..
In Mt, quando Pietro confessa che Gesù è il Cristo, si sottolinea che è per una rivelazione del Padre che Pietro ha potuto rispondere bene. Forse si può pensare che è stata una ispirazione improvvisa. In Mc, come abbiamo ascoltato nei giorni passati, è certamente così: una ispirazione dal cielo; ma è forse anche una ispirazione che Pietro (e gli altri discepoli con lui) ricevono progressivamente. Pietro confessando oggi che Gesù è il Cristo raccoglie come un primo frutto maturo del cammino che sta facendo insieme a Gesù.
L’altro giorno il cieco veniva guarito progressivamente. Ma anche dei Dodici abbiamo saputo che Gesù li ammaestra “progressivamente”. Infatti li ha scelti e fatti discepoli perchè, per prima cosa, stessero con Lui. E oggi, questa risposta di Pietro è il primo frutto di questo essere e camminare giorno per giorno con Gesù. E’ certo un dono di Dio, ma in questo modo. Anche per noi, giorno dopo giorno, conosciamo Gesù nel cammino con Lui nella sua Parola. E dopo la confessione di Pietro, può cominciare una nuova tappa del loro cammino insieme, e domani leggeremo che Gesù comincia a parlare loro apertamente del suo viaggio verso gerusalemme per la sua Pasqua.
Gesù dialoga nel cammino con i suoi discepoli. Interroga loro su quanto dice la gente di lui, e su cosa loro stessi pensano di lui. Comincia a porre le domande sulla sua persona a cominciare da chi gli è più vicino. Gesù è in mezzo a noi e anche a noi chiede chi è lui per noi? Noi possiamo dare delle risposte “umane”. Chiediamo al Signore che illumini i nostri occhi e il cuore sulla verità della sua persona.
Gesù, dopo la risposta di Pietro gli impone di non parlare a nessuno di lui. Perchè mai? Non vuole che venga conosciuto come Cristo dagli altri, che possono fraintendere questa identità, e interpretarla secondo il potere mondano. Gesù deve essere compreso lentamente. E domani ci farà fare un nuovo passo, importante, per la conoscenza di Lui.
Gesù ingiungendo ai Dodici di non parlare a nessuno di Lui, sembra mettere in dubbio la fiducia nella loro predicazione e nel loro annuncio, sebbene Lui stesso li avesse già prima inviati a predicare e a guarire i malati. Forse più che di mancanza di fiducia (e poi perchè mai, visto che Pietro ha risposto correttamente) le parole di Gesù ci suggeriscono che dopo la confessione di chi Lui è, la cosa importante che ci è richiesta – oggi e domani – è rimanere in ascolto di Lui, per imparare bene cosa vuole dire ciò che abbiamo confessato: “Tu sei il Cristo!”: e ci parlerà subito della sua passione e della sua Pasqua. Non un cammino di trionfi, ma l’offerta della sua vita per la vita degli uomini.
E domani Pietro non reggerà all’ascolto – e noi con lui – e obbietta e “spiega” al Signore come dovrebbe essere il Cristo…
scusate la mia ignoranza ma qualcuno mi saprebbe spiegare perchè Gesù impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno? GRAZIE