13 Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. 14 Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere dalle genti un popolo per il suo nome. 15 Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:
16 Dopo queste cose ritornerò
e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta;
ne riedificherò le rovine e la rialzerò,
17 perché cerchino il Signore anche gli altri uomini
e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome,
dice il Signore, che fa queste cose,
18 note da sempre.
19 Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio, 20 ma solo che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. 21 Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe».
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Mi sembra che l’intervento di Giacomo che oggi ascoltiamo sia molto più importante di come spesso lo commentano le note delle bibbie che tendono a sottolineare i “limiti” posti attraverso disposizioni restringenti. In realtà tali restrizioni si pongono su un piano piuttosto formale, anche se di rilievo perchè consentono a coloro che provengono dal giudaismo di conservare le norme di purità. Sono le disposizioni che Giacomo enuncia al ver.20.
Ma sono notevoli appunto gli elementi sostanziali del suo intervento, a partire dalla citazione di Amos 9,11-12. Questa citazione non si trova nel Libro di Amos presente nelle notre bibbie, perchè in queste abbiamo la versione dal testo ebraico, mentre Giacomo cita la versione greca della Bibbia, ed è questa a portare un tema di estremo interesse! Al ver.16 la citazione di Amos parla della riedificazione del popolo di Dio attraverso l’immagine della “tenda di Davide”. Questa riedificazione si presenta appunto in funzione dell’accesso ad essa degli “altri uomini e di tutte le genti”! Cioè, il profeta citato da Giacomo annuncia la restaurazione di Israele in funzione del convergere dell’umanità verso la fede di Israele!
Mi sembra evidente la “sproporzione” tra questa prospettiva di universale partecipazione al dono di Dio, e quelle alcune norme, opportune per non creare ostacoli ai figli di Israele nell’accoglienza di tutti i popoli nel Popolo di Dio!
A questo punto si può tornare con stupore al ver.14 dove la stessa elezione di Israele si presenta come il presupposto della chiama universale alla salvezza. Israele dunque è stato eletto in vista della convocazione finale di tutti intorno a lui, alla sua fede e alla sua attesa del Messia del Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni