1 Percorrendo la strada che passa per Anfìpoli e Apollònia, giunsero a Tessalònica, dove c’era una sinagoga dei Giudei. 2 Come era sua consuetudine, Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture, 3 spiegandole e sostenendo che il Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti. E diceva: «Il Cristo è quel Gesù che io vi annuncio». 4 Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un grande numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà. 5 Ma i Giudei, ingelositi, presero con sé, dalla piazza, alcuni malviventi, suscitarono un tumulto e misero in subbuglio la città. Si presentarono alla casa di Giasone e cercavano Paolo e Sila per condurli davanti all’assemblea popolare. 6 Non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli dai capi della città, gridando: «Quei tali che mettono il mondo in agitazione sono venuti anche qui 7 e Giasone li ha ospitati. Tutti costoro vanno contro i decreti dell’imperatore, perché affermano che c’è un altro re: Gesù». 8 Così misero in ansia la popolazione e i capi della città che udivano queste cose; 9 dopo avere ottenuto una cauzione da Giasone e dagli altri, li rilasciarono.
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La parola molto luminosa che oggi il Signore ci regala è occasione per ripercorrere insieme i vari “passaggi” dell’annuncio del Vangelo di Gesù, così come è giunto a noi attraverso le Scritture del Nuovo Testamento.
A Tessalonica Paolo sceglie come gli è usuale l’ambiente della sinagoga, e con i Giudei “discusse con loro sulla base delle Scritture” (ver.2). Non si tratta tanto e solo di una discussione, ma di una conversazione (il verbo resta in italiano come “dialogare”) appunto sulla base delle Scritture. Provenendo dalla stessa tradizione e dalla stessa Parola, Paolo promuove una riflessione sulla grande profezia di Israele. Al ver.3 si afferma quello che Luca sostiene anche nel suo Vangelo, sia nella vicenda di Emmaus, sia nell’apparizione del Signore mentre sono a tavola (Luca 24,25-27.44-47), e cioè che le Scritture contengono la profezia secondo la quale “il Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti”.
E a questo punto ecco il cuore dell’annuncio cristiano: “Il Cristo è quel Gesù che io vi annuncio”! Questo annuncio è quel “giudizio evangelico” – da intendersi non come una sentenza giuridica, ma come l’interpretazione profonda della storia! – che mette le persone davanti all’affermazione che inevitabilmente esige una risposta, una =”scelta” di fronte alla persona del Signore Gesù: alcuni credono e altri rifiutano. Le ragioni del rifiuto sono varie e complesse, e possono essere, come in questo caso, non ragioni profonde, ma anche solo sentimenti negativi che impediscono di esprimere un giudizio oggettivo e profondo. Nel nostro caso, si tratta di “Giudei ingelositi” (ver.5).
Ritorno al ver.3 per due verbi molto importanti. Il primo è reso in italiano come “spiegare le Scritture”. Si tratta di “aprire le Scritture”, compito essenziale dell’annuncio evangelico. Altrimenti, restano “chiuse”. Ed è interessante che nella tradizione lucana, qui come nel terzo Vangelo, oltre alle Scritture, bisogna aprire anche la mente e il cuore e gli occhi di chi ascolta! L’altro verbo italiano è, sempre al ver.3, il “sostenere che…”. Il suo significato è molto ampio, e in ogni modo dice un’offerta, una disposizione, una consegna…
Tre sono le “categorie” delle persone che si trovano davanti all’annuncio di Paolo: i Giudei, i pagani “che temono Dio”, e cioè che amano e praticano la prassi spirituale ebraica. E infine i semplici “pagani” ormai del tutto ammessi all’annuncio e all’accoglienza del Vangelo di Gesù.
E’ interessante anche un verbo, qui riferito a quel Giasone, che ha “accolto” gli apostoli in casa sua , e che probabilmente lo ha fatto perché ha già accolto il vangelo nella sua vita. Ed è proprio questo verbo “accogliere”, che molto spesso è usato per dire l’accoglienza che le persone danno all’annuncio evangelico.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.