41 Io non ricevo gloria dagli uomini. 42 Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. 43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. 44 E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
45 Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. 46 Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. 47 Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Chiedo al Signore che possiamo accogliere le Parole che oggi ci dona nella pienezza del loro significato, e quindi come espressive del mistero stesso di Dio, quasi ci ponessimo una domanda che esprimo qui in termini banali: Come è fatto Dio? Per scoprire ancora una volta come il Dio di Israele e Padre di Gesù Cristo e Padre nostro sia radicalmente “diverso” dagli altri “dèi”, dalle altre concezioni “tipiche ” di Dio, e, bisogna dirlo, dalle idee “istintive” che anche noi abbiamo del nostro Dio, idee devianti, che per giunta sono fonte di giustificazione di tante cose brutte della vita umana, prima fra tutte l’idea che il potere si afferma e si giustifica con la forza, con la potenza, con la superiorità…
Consideriamo con molta attenzione quello che Gesù dice della “gloria”, parola citata tre volte nei vers.41-44. E cogliamo quindi la divaricazione sostanziale e assoluta tra l’istintivo atteggiamento umano riguardo ad essa, e quello che Dio ci rivela di Sè attraverso la Persona, l’insegnamento e l’opera di Gesù. Con stupore veniamo a sapere che Dio non cerca la propria gloria! E non la cerca perchè è “Amore”. E l’Amore non cerca se stesso ma cerca sempre l’Altro! Quando al ver.41 Gesù dice “non ricevo gloria dagli uomini”, implicitamente afferma di ricevere gloria dal Padre. Proprio come Lui stesso non cerca la sua gloria, ma la gloria del Padre. Nella divina relazione tra il Padre e il Figlio, ognuno cerca la gloria dell’Altro. L’Amore è la glorificazione dell’Altro.
Nella realtà mondana, invece, vige un criterio assoluto di autoreferenzialità. E qui l’espressione chiave è “il nome”. Ognuno viene “nel proprio nome”(ver.43). Gesù, al contrario, viene nel nome del Padre, e per questo non viene accolto. Perchè al mondo ognuno cerca di affermare “il suo nome”, la sua gloria. E ognuno cerca la sua gloria: questo è il significato delle parole di Gesù: “voi che ricevete gloria gli uni dagli altri”; una specie di commercio, di scambio nel grande mercato dove ognuno ricerca se stesso e la sua gloria, e non appunto la gloria dell’Altro. L’amore di Dio, che gli uomini non hanno, è invece la ricerca della gloria dell’Altro. Per questo, chi ama, non viene “nel suo nome”, ma nel nome dell’Altro. E la meraviglia è che Dio stesso sia così! In fondo si potrebbe pensare che noi dobbiamo cercare la gloria di Dio, e che Dio cerca la sua gloria! Invece il cuore del mistero cristiano è che Dio, in Gesù, cerca la gloria dell’uomo! Ci dice la Chiesa antica che la gloria di Dio è l’uomo vivente, vivente cioè della vita di Dio! Un “dio” che cerca la sua gloria è un “dio” mondanizzato, e non è il Padre di Gesù!
I vers.45-47 ritornano al tema delle Scritture, per dire che di tutto questo non è Gesù che accusa i giudei che lo respingono, ma lo stesso Mosè nel quale essi sperano. Perchè Mosè, in perfetta coerenza con il mistero di Dio, “ha scritto di me”, cioè ha scritto di Gesù! La legge è profezia del Cristo, in quanto è la prima strada che Dio dona agli uomini nella vicenda di Israele, come via della gloria di Dio che si comunica e si dona a noi, perchè noi possiamo essere con Lui. In realtà quindi, essi non credono agli scritti di Mosè, e quindi non possono credere alle parole di Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Che parole tremende, che speriamo non ci debbano essere mai rivolte: “…Non avete in voi l’amore di Dio”, non avete in voi l’amore! – “Voi che prendete gloria gli uni dagli altri”! In effetti, abbiamo fame di gloria, di essere stimati, apprezzati, “riconosciuti” dagli altri… Gesù ha proposto invece ai suoi di prendere come lui la croce, che non sono le sventure della vita, ma il non essere “considerati”, essere ritenuti persone senza importanza, essere collocati tra gli ultimi o tra gli emarginati… A quel punto, però, si è ricolmi dell’amore del Padre e della gloria del Padre. – Al v. 45, Gesù dice: Non sono io che vi accuso, c’è già chi vi accusa! E tutti gli ascoltatori a quel punto si aspettavano che Gesù citasse il Satana, l’Accusatore per eccellenza; e invece no: è Mosè che li accusa, colui che avrebbe dovuto essere il loro difensore davanti a Dio! Ancora una volta tutto si capovolge: i pensieri di Dio non corrispondono ai nostri pensieri…