1 Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore, tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore, tuo Dio, ti metterà al di sopra di tutte le nazioni della terra. 2 Poiché tu avrai ascoltato la voce del Signore, tuo Dio, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni. 3 Sarai benedetto nella città e benedetto nella campagna. 4 Benedetto sarà il frutto del tuo grembo, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame, sia i parti delle tue vacche sia i nati delle tue pecore. 5 Benedette saranno la tua cesta e la tua madia. 6 Sarai benedetto quando entri e benedetto quando esci. 7 Il Signore farà soccombere davanti a te i tuoi nemici, che insorgeranno contro di te: per una sola via verranno contro di te e per sette vie fuggiranno davanti a te. 8 Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano. Ti benedirà nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti.
9 Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato, se osserverai i comandi del Signore, tuo Dio, e camminerai nelle sue vie. 10 Tutti i popoli della terra vedranno che il nome del Signore è stato invocato su di te e ti temeranno. 11 Il Signore, tuo Dio, ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo suolo, nel paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti. 12 Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani: presterai a molte nazioni, mentre tu non domanderai prestiti. 13 Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore, tuo Dio, che oggi io ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica, 14 e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando, per seguire altri dèi e servirli.
Per paura di perdere un pensiero che piano piano mi è affiorato nella testa e nel cuore, mentre ero esposto ad un certo rischio di disperazione, perchè davanti a questo cap.28 mi domandavo perchè l’elenco delle maledizioni è molto più vasto di quello delle benedizioni…provo ad esprimere qui un pensiero che potrebbe essere preliminare a quello che la bontà del Signore vorrà suggerirmi. La benedizione , prima e ben più che essere “qualcosa che va bene”, è un incontro d’amore! E’ dominato, creato e commentato dallo “shema”, dall’incontro con il Signore ascoltandolo. La vita benedetta è l’incontro con Lui negli eventi e nelle cose. Se non c’è questa delizia nuziale, sono esposto a tutto l’universo della vita, da affrontare da solo. Questo “essere da solo” mi sembra insopportabile. Non posso pensare ad una vita da vivere senza di Lui: mi sentirei maledetto in tutto.Tra l’altro mi sembra di capire che nella parte riguardante le “maledizioni” sembra che sia Lui stesso a mandarle! Ma qui penso che quando questo avvenisse, in fondo avrei già disperatamente davanti a me Lui come nemico, ma almeno ci sarebbe. Ho sempre pensato così anche della “bestemmia”: è orribile, ma almeno è rivolta a Lui e al suo mondo. E la preferisco ad un’assenza di bestemmia che volesse dire che non c’è nessunno! Nessuno verso cui imprecare. Meglio bestemmiare piuttosto che il nulla della sua assenza, del suo non esserci! Perdonatemi. E adesso proviamo a ritornare alle Parole che oggi questo stranissimo Buon Dio ci regala! E mi metto in pace. O ci provo. Mi chiedo subito se non sarebbe stato meglio tradurre con “ascoltare” quello che in italiano è reso con “ubbidire”. So che il verbo è forte e che implica un “ascolto” impegnato fino all’obbedienza. Però dire “ascolta” mi prende per mano verso la delizia dell’incontro con il Signore che viene anche oggi a trovarmi e a farmi regali! In questo momento avverto che tutto quello che oggi capitasse e io incontrassi è già fin d’ora segnato dalla sua presenza, dalla sua voce, dal suo parlarmi nel cuore. E per questo tutto è delizioso. Perchè tutto non è solo frutto o compenso per averlo ascoltato, per avergli obbedito. Ma ogni cosa è “ascoltarlo”. E’ occasione di incontro e di comunione con Lui. Non sono per niente sicuro di volergli così bene, ma mi sembra che niente sia bello per me se Lui non c’è, se ogni cosa che c’è e che capita non è incontro con Lui. Non che le cose e gli avvenimento siano solo occasioni verso di Lui. Mi piacciono le cose e gli eventi e soprattutto le persone, ma ne sono incantato perchè – e se – le vedo e le vivo con Lui. Mi sembra che questa sia la mia povertà e la mia ricchezza. Scusatemi se insisto nel dire che tutte le luci che oggi il Signore ci segnala non sono frutto e premio dell’averlo ascoltato, ma sono proprio l'”ascoltarlo” dentro a tutte queste luci. Lui cioè è la bellezza e la bontà di quello che ci viene incontro. Non ho il coraggio nè mi sembra giusto dire che le persone, le cose e gli avvenimenti sono brutti; e sono belli solo perchè c’è di mezzo Lui. Dico che ascoltare Lui è farmi dire la bellezza e la bontà di tutto. Nell'”ascolta Israele” è custodito tutto il segreto luminoso di tutto. In questo orizzonte, l’affermazione del ver.13 circa “i comandi del Signore, tuo Dio, che oggi ti prescrivo, perchè tu li osservi e li metta in pratica”, mi sembra esprima e annunci l’occasione preziosa di poter “custodire e fare” – più che osservare e mettere in pratica, come dice la versione italiana! – le parole che Lui ci rivolge. Tra l’altro quello che è reso come la “condizione” – “se” obbedirai – è legittimo renderlo anche con “perchè” ascolterai. Tutto avviene perchè ci è fatto il dono di ascoltarlo! Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
E’ importante per tutte le benedizioni che ascoltiamo in questi v. di oggi che siano tutte appoggiate sul primo v. “Se ascolterai tutte le parole del Signore per custodirle e farle…”: questo popolo è il più piccolo tra tutti i popoli, ma il Signore con la sua benedizione lo “fa” e lo pone su tutti. Queste benedizioni sono “personificate”: “verranno” e “troveranno”. anche nei libri della Sapienza e del Siracide troviamo la personificazione del dono di Dio: la Sapienza. E’ bello essere trovati da questa “benedizione” che ci benedice e che è Gesù. Queste benedizioni che verranno sono anche tutte le genti che secondo Isa 60 “verranno” in gran numero a Gerusalemme portando dono, proprio a mostrare la ricchezza della benedizione di Dio per tutti i popoli. Tutte queste benedizioni sono fondate sulla fedeltà di Dio che non può rinnegare se stesso: “Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge, …non gli toglierò la mia grazia, e alla mia fedeltà non verrò mai meno!” (Sal 89:31.34). In Efe Paolo ci svela che la benedizione ci viene data da Dio prima della fondazione del mondo, attraverso il frutto “benedetto” di Maria, Gesù. Questa benedizione “viene” e ci “raggiunge” come la parola di Dio, che pure “viene” e “ci raggiunge”. Così questo dice la contemporaneità del dono di parola e benedizione offerta da Dio e da accogliere ogni giorno. Così la benedizione non è la conseguenza del nostro ascolto e della nostra obbedienza, ma ci viene data insieme al dono della parola, e in qualche modo, è una sola cosa con essa. Il v. 9 dice che ricevendo tutte queste benedizioni “sarete mio popolo consacrato”. E se nei capp. precedenti vedevamo come questo sia il desiderio/progetto eterno di Dio che già ha attuato (26:18), e che si è compiuto nel giorno, l’ “oggi” della stipulazione del patto (27:9) queste parole del nostro brano ci dicono come sia una azione che Dio sempre rinnova: e sempre di nuovo “farà” per se un popolo, benedicendolo con il dono della sua parola.