38 Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 3 9Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40 chi non è contro di noi è per noi.
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Sembra che Gesù voglia porre una differenza sostanziale tra il rapporto con Lui e il rapporto con la comunità dei discepoli. Giovanni gli diceva di questa loro opposizione nei confronti di chi faceva un miracolo nel nome di Gesù, ma non seguiva loro. Non faceva lo stesso cammino di loro discepoli. La risposta di Gesù ha due grandi direzioni: il rapporto con lui e il rapporto con i discepoli.
Il rapporto con Lui è decisivo e discriminante. In Matteo 12,30 Egli afferma esplicitamente che “chi non è con me, è contro di me”. Ma il rapporto con Lui non avviene sempre nello stesso modo. I discepoli sono la realtà forte di questa relazione. Ma ci sono evidentemente altre strade e altri volti di tale relazione. Che in ogni modo quell’uomo potesse scacciare demoni nel suo nome, è un segno sicuro della sua comunione con il Signore. L’orizzonte della fede è dunque molto più ampio di quello della comunità visibile dei discepoli.
Il rapporto con i discepoli, che quindi è in ogni modo rapporto anche con Gesù, al punto che Egli si pone del tutto in mezzo a loro, fino a dire quel “noi” del ver.40, è tale che afferma: “Chi non è contro di noi è per noi”. Gesù chiede ai discepoli di assumere lo stesso suo ampio pensiero, il suo sguardo profondo, per cogliere, anche in chi non è visibilmente parte della comunità credente, i segni della fede e del cammino con Gesù, e quindi con la comunità stessa.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.