Caro don Giovanni, vedo da molte parti che lei continua ad essere sempre vicino a chi è in difficoltà. E’ una cosa che a me capita pochissimo. Sono quindi rimasto sorpreso che una povertà abitasse…sul mio pianerottolo. Una famiglia di cui non avevo mai sospettato una cosa simile si è ieri denunciata con mia moglie venendo a chiedere un litro di latte. Non abbiamo voluto fare domande ma la madre di famiglia si è confidata con mia moglie mettendo in evidenza una situazione disastrosa. Pensando al fatto, ci siamo resi conto che in maniera incredibile la povertà oggi sta dappertutto. Non abitiamo in un gran posto, ma ho calcolato che ogni giorno le nostre spese di condominio costano moltissimi litri di latte. Con stima. Lettera firmata

Messaggio molto utile quello che lei mi fa avere, caro amico. E’ proprio così. Oggi gran parte della povertà più grave e dolorosa è nascosta. E qui mi sembra si possano distinguere due volti diversi della povertà "nascosta". Una è quella che, correndo trasversalmente per tutta la nostra società, tende a non risparmiare nessuno, anche se, evidentemente, chi ha più mezzi riesce talvolta a tenerla più lontana o per lo meno a consegnare a persone mercenarie il peso che cadrebbe pesantemente su chi ne è coinvolto. Dalla droga alla solitudine dell’anzianità, dalla malattia nervosa alla fragilità e alla frattura dei vincoli affettivi…chi ha più risorse economiche, culturali e sociali riesce a ripararsi almeno un poco. L’altra povertà nascosta, invece, pesa, su chi la vive, con la drammaticità del suo vicino che la "svela" con la richiesta di un litro di latte. Questa povertà tende ad essere veramente nascosta. Eppure, si dice, ci sono molti "occhi" che vegliano sulla ferita delle persone e delle famiglie. Oggi, però, il "buon samaritano" è una realtà molto complessa. Ci sono tanti servizi, dei quali non posso parlare che bene. Ma un "servizio" non è semplicemente una persona; è una struttura, un ufficio, un procedimento burocratico…Per questo, il più delle volte, questa attenzione, pur ricca di buona volontà, inevitabilmente "perde" chi cade troppo in fondo e non ha la cultura o la voglia di collegarsi con chi potrebbe forse, qualche volta, aiutarlo. Lo stupore per questo isolamento diventa supremo in un caso come quello che lei ha incontrato. Caso molto più frequente di quello che si pensa. Qui entrano anche motivi di timidezza, di vergogna, di impossibilità di comunicare d’essere caduti in situazioni che poco tempo prima parevano lontanissime.Molte volte mi capita di trovare nella stessa famiglia una povertà sconvolgente di cui una sola persona , spesso la moglie e la mamma, è consapevole. Spesso è il padre di famiglia che si tiene prigioniero di un terribile e angosciante segreto di povertà che pensa insopportabile per i suoi cari. Sono spesso le "povertà" più dolorose e più difficili da affrontare. Io spero che quel litro di latte generi sul pianerottolo di casa sua una nuova, preziosa amicizia. Perchè nel nostro mondo l’estrema povertà, quella che può portare anche a risoluzioni tremende, è la solitudine. I suoi vicini di casa hanno disperatamente cercato di annientare questo supremo nemico, la solitudine, suonando il vostro campanello per un litro di latte. Non abbiate paura di suonare voi il loro campanello. Forse, senza saperlo, voi siete gli angeli del Signore per loro. Provate a bussare dolcemente e affettuosamente alla porta della vita dei vostri vicini. Anche Abramo, secondo le Sante Scritture, non sapeva che ospitando tre pellegrini, apriva a Dio la sua tenda. Avendo voi lì vicino, gli abitanti del vostro pianerottolo sono molto fortunati. Buona Domenica. d.Giovanni.