14 maggio 2010 – Caro don Giovanni, a me sembra esagerato tutto questo dire del male fatto dagli uomini della chiesa. E il bene non c’è? Faccio il volontario in una Casa della Carità. Vedo tutto il bene che si vuole alla povera gente. E lì c’è anche tanta preghiera. E mi sembra che per tanti giovani questi posti siano la maniera per restare attaccati alla chiesa. Anche nella mia parrocchia vedo tanta carità. Il parroco è vecchio ma non lasciato solo. Vedo che qualcuno gli porta anche il mangiare in casa. In chiesa c’è poca gente, ma tutta gente che mi pare buona. Cosa si può fare per venire via da questa tristezza?

Caro amico, la sua lunga lettera di cui riporto solo la parte finale è molto sincera e affettuosa. Fa piacere ricevere messaggi così pieni di pace e di desiderio di bene. Sono del tutto d’accordo con lei che le cose buone sono tante. Penso siano molto più di quelle tristi che danno tristezza. Come voltare pagina? Le dico un mio pensiero molto personale che non pretende di essere accettato. Mi sembra che questo passaggio doloroso e faticoso della vita ecclesiale potrebbe indurci a riflettere proprio sul mistero della chiesa. Potremmo allora ricordare che la chiesa è fatta di peccatori, peccatori che Dio chiama e perdona; ai quali regala la strada di una vita nuova; che continuamente soccorre con la sua misericordia. A me piace molto quello che diceva un grande santo dell’antichità: "La Chiesa è santa ed è fatta da peccatori". Detta in latino fa ancora più impressione: si dice di una Chiesa "immaculata", immacolata, fatta di "maculatis", di macchiati, cioè di peccatori. Fose, se ci tenessimo più fermi in questo pensiero, saremmo più cauti nel giudicare quelli che non vivono secondo il Vangelo, e saremmo più preoccupati di cercare sempre la nostra conversione. Forse ci stupiremmo meno di tutti i mali del mondo, e ci sentiremmo più fratelli di tutti. Qualche volta mi sembra che si rischi di preoccuparsi di più delle leggi e dei comportamenti del mondo che del cammino di noi cristiani dietro a Gesù. Forse anche questo momento difficile e doloroso potrebbe essere il principio di un modo nuovo di guardare ai nostri fratelli che non ritengono di avere la fede, nella consapevolezza che tutti siamo molto deboli e tutti abbiamo gran bisogno della misericordia del Signore. Un atteggiamento interiore più umile e un sentimento meno duro verso l’esterno, forse ci permetterebbero di capire meglio come è bello che il Signore ci faccia vivere insieme a tanti altri che non hanno il nostro stesso orientamento, sentendoli fratelli carissimi, ai quali desideriamo offrire la buona notizia di Gesù, senza giudicarli. Buona Domenica. Con riconoscenza e affetto. d.Giovanni.