1 Giobbe prese a dire:
2 «Se ben si pesasse la mia angoscia
e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura,
3 certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
Per questo le mie parole sono così avventate,
4 perché le saette dell’Onnipotente mi stanno infitte,
sicché il mio spirito ne beve il veleno
e i terrori di Dio mi si schierano contro!
5 Raglia forse l’asino selvatico con l’erba davanti
o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
6 Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
O che gusto c’è nel succo di malva?
7 Ciò che io ricusavo di toccare
ora è il mio cibo nauseante!
8 Oh, mi accadesse quello che invoco
e Dio mi concedesse quello che spero!
9 Volesse Dio schiacciarmi,
stendere la mano e sopprimermi!
10 Questo sarebbe il mio conforto,
e io gioirei, pur nell’angoscia senza pietà,
perché non ho rinnegato i decreti del Santo.
11 Qual è la mia forza, perché io possa aspettare,
o qual è la mia fine, perché io debba pazientare?
12 La mia forza è forse quella dei macigni?
E la mia carne è forse di bronzo?
13 Nulla c’è in me che mi sia di aiuto?
Ogni successo mi è precluso?
14 A chi è sfinito dal dolore è dovuto l’affetto degli amici,
anche se ha abbandonato il timore di Dio.

Omelia dialogata messa Dozza 01.02.2021 Gb 6,1-14

Incontro del 1.02.2021 su Meet – Gb 6,1-14