15 Dopo essere stata derelitta, odiata, senza che alcuno passasse da te, io farò di te l’orgoglio dei secoli, la gioia di tutte le generazioni. 16 Tu succhierai il latte delle genti, succhierai le ricchezze dei re. Saprai che io sono il Signore, il tuo salvatore e il tuo redentore, il Potente di Giacobbe. 17 Farò venire oro anziché bronzo, farò venire argento anziché ferro, bronzo anziché legno, ferro anziché pietre. Costituirò tuo sovrano la pace, tuo governatore la giustizia. 18 Non si sentirà più parlare di prepotenza nella tua terra, di devastazione e di distruzione entro i tuoi confini. Tu chiamerai salvezza le tue mura e gloria le tue porte.
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COMMENTO DI GIOVANNI E FRANCESCO
In questi giorni, nei quali l’invasione violenta di una malattia, che non risparmia nessuno, perché tutti ne siamo o vittime o diretti e angosciati spettatori, ci porta alla memoria della nostra antica giovinezza, impegnati ad ascoltare proprio nelle nostre terre la tragedia della peste manzoniana, noi avvertiamo la necessità di chiedere al Signore di poter leggere e vivere il dramma alla luce della redenzione e della salvezza donateci dal vangelo di Gesù.
Il ver. 15 ci ricorda il grande evento della pasqua, dove il mistero della croce visita la morte e ci conduce alla risurrezione e alla vita nuova. E’ quello che possiamo cogliere nell’affermazione del profeta, che dice a ognuno di noi: “io farò di te l’orgoglio dei secoli, la gioia di tutte le generazioni”. Allora, liberati dal dramma della morte, entriamo nella vita nuova che il Signore ci dona con il suo sacrificio d’amore.
Il ver. 17 dice in quale orizzonte il Signore ci vuole collocare: “Costituirò tuo sovrano la pace, tuo governatore la giustizia”. Pace e giustizia è quello che Dio vuole donarci. Egli ha radicalmente mutato il volto e la sostanza della vicenda umana. In questo senso ci piace interpretare quello che ascoltiamo da Lui: “Tu chiamerai salvezza le tue mura e gloria le tue porte” (ver. 18). Non più il muro della morte, non più la porta che sembra chiudere la vita, ma, salvezza e gloria. Noi restiamo sempre molto fragili di fronte all’evento della morte, ma il sacrificio d’amore celebrato da Gesù nella sua pasqua è, appunto, l’evento della nostra salvezza e la gloria della nostra umile esistenza. Siamo al centro e al cuore della vita cristiana, una vita che non è chiamata e destinata alla morte, ma che Gesù chiama e conduce alla risurrezione alla gloria.
Dio ti benedica e tu benedicimi. Tuoi Francesco e Giovanni