Caro don Giovanni, non sono contenta di quello che ho sentito da molte persone e ho letto sui giornali circa la vicenda del gemellino morto giorni fa a Bologna. Come cristiana chiedo a lei come fratello nella fede di dirci qualcosa di cristiano anche su questa vicenda. Quasi sempre ho ascoltato lamentele sui servizi, ma questo mi sembra un modo per trovare un colpevole che assolga tutti gli altri. Decisamente non mi pare vero nè onesto. E poi mi chiedo se noi cristiani non abbiamo la possibilità e il dovere di guardare più in fondo alle cose. Non pretendo una risposta esauriente, ma almeno un incoraggiamento a pensare e forse ad agire in modo giusto. Con affetto e stima. (biglietto firmato)

Gentile Signora, scelgo il suo biglietto tra i molti messaggi che in questi giorni ho trovato nella mia posta su questa vicenda. Io ho letto poco il giornale, e ho avuto solo qualche scambio di pensieri con i miei fratelli di casa e con qualche persona della parrocchia. Non mi sento in grado di esprimere giudizi, nè di indicare responsabilità. E non credo che Bologna sia una città diversa dalle altre grandi città italiane ed europee. A questo genere di drammi saremo esposti sempre più, anche se certamente i servizi dovranno incessantemente adeguarsi. Ma ciò che mi interessa di più è proprio quello che lei si chiede e mi chiede: c’è un proprio del nostro pensare e agire cristiano che dobbiamo cogliere? Penso di sì, e per questo mi permetto di comunicarle un piccolo pensiero che mi ha invaso il cuore in questi giorni.

Mi sembra che innnanzitutto non si possa separare la vicenda del bambino di Bologna da quella del Bambino di Betlemme e della sua famiglia. Anche per loro a quei tempi “non c’era posto nell’alloggio”, il piccolo è nato in una stalla ed ha avuto come culla una mangiatoia. Quel Bambino nato a Betlemme ha impresso alla storia dell’umanità una svolta di tale rilievo, da far sì che anche il bambino nato a Bologna sia figlio di Dio. E sia un nostro fratellino.

Proprio per questo le luminose feste del Natale da poco celebrate rendono ancora più profondo il nostro dolore per questo piccolino nato e morto tra noi: per lui non ci sono state le luci e la gioia del Natale di Gesù.. Signore, perchè non hai acceso anche per me una stella che mi conducesse dalle mie lontananze distratte al segno prezioso di cui non ci siamo accorti e che non abbiamo accolto nei presepi di casa nostra? C’è una statuina del presepio che è tipica della nostra tradizione e che non cessa di turbarmi. Ed è quella del “dormiglione”: con tutto quello che sta succedendo, lui se la dorme! Qualche volta l’ho assolto: “dormi pure, che tanto nasce anche per te”. Qualche volta vi ho colto con angoscia il segno della mia mediocrità interiore e della mia superficialità. Ed è questo il “dormiglione” che ho riconosciuto in me davanti al bambino di Bologna.

Nelle ikone dell’Oriente cristiano il Bambino di Betlemme è avvolto in fasce che vogliono preannunciare le bende di Gesù nel sepolcro. Un bambino venuto tra noi per offrire la sua vita. Il piccolo di Bologna diventa quindi immenso. Diventa un giudizio severo per noi discepoli di Gesù. Ma può diventare fonte di gran bene se invece di accusare altri troviamo in noi stessi il segno di una disattenzione insopportabile. E se dunque supplichiamo il Signore di risvegliarci per un presepio nuovo, ricco di attenzione e di accoglienza in tutte le nostre case e in tutti i nostri cuori. Perdoni la pochezza di queste parole. Cordialmente. Giovannni.