4 Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5 Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6 altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7 Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
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La Parola che oggi il Signore ci dona mi impressiona per il contrasto tra la cura amante del Signore che ha preparato la festa nuziale con la sollecitudine affettuosa espressa dagli attributi possessivi “il mio pranzo”, “i miei buoi e gli animali ingrassati” (ver.4), in contrasto con l’indifferenza e il non interesse degli invitati che “non se ne curarono” (ver.5). Anzi, vanno “chi al proprio campo, chi ai propri affari”, e addirittura “presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero” (ver.6).
Le note delle bibbie vedono in questo la causa della punizione divina che nell’uccisione degli assassini e nell’incendio della città colgono il giudizio di condanna nei confronti del popolo e della città santa!
E’ evidente e drammatico il contrasto tra la sollecitudine divina e l’indifferenza fino alla violenza da parte del popolo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
L’invito viene rinnovato, ma gli invitati “non se ne curarono”: sembra un atteggiamento di indifferenza. Non ci interessa, abbiamo altro da fare: “andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari”. Qual’è, quindi, la motivazione di fondo? E’ quella del proprio interesse. Gli invitati – come capita anche a noi – devono curare “le proprie cose”, “i propri affari”: interesse personale, profitto, danaro come guide e motori del comportamento umano. Dall’indifferenza sfocia la violenza gratuita: “presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero”. Sembra un’esagerazione, ma sappiamo bene che la violenza, la malvagità umana non hanno limiti. Anche la reazione del re sembra esagerata: non solo gli assassini, ma la loro città viene distrutta. Secondo le note, c’è qui un’allusione al futuro del tempio e di Gerusalemme; vediamo comunque che il rifiuto dell’invito porta all’autodistruzione, a una fine disastrosa. – Per noi, una via d’uscita: sostituire al motore del proprio interesse, quello di cercare e occuparsi dell’interesse degli altri.