Che cosa ti resta più impresso di Luigi Pedrazzi, di cui sono stata collaboratrice per anni , e per il quale ho grande ammirazione. Sarò domani nella tua chiesa, penso insieme a tanti come me non credenti, che dalla sua fede hanno ricevuto i regali della sua intelligenza e della sua bontà.

Cara amica che non riesco ad identificare, ho trovato il tuo messaggio ieri sera e desidero risponderti, mentre aspetto l’ora della Messa, nella quale presenteremo il nostro Gigi agli angeli e ai santi, perché lo conducano in quell’amore di Dio che egli ha sempre vissuto in grande bellezza in mezzo a noi. Tra gli altri messaggi arrivati, scelgo il tuo perché dichiari la tua realtà “laica”. La parola evangelica, che oggi sarà letta nella Messa per lui, esalta l’ “amicizia” profonda che il Signore vuole e domanda tra noi che ci diciamo “credenti” e tutti coloro che, fedeli di altre fedi o non credenti, sono come noi figli di Dio. Forse ai miei lettori è ben nota un’affermazione di Gesù, quando davanti ad un pagano dice: “ … neanche in Israele ho trovato una fede così grande”. E questa Parola del Vangelo mi sembra particolarmente adatta e preziosa per dire di questa  fede del nostro Gigi, attenta e amante. E di questa sua cultura sapiente e aperta, che ha sempre voluto cercare e trovare quello che unisce tutti in un’unica grande famiglia. “Quello che ci unisce è molto più di quello che ci divide”. Questa affermazione potente che per noi vecchi ha segnato una conversione profonda nei tempi ormai lontani di Papa Giovanni e che ora è così fortemente ripresa da Papa Francesco, è l’espressione più profonda dell’impegno spirituale, culturale e politico del nostro Gigi. Questo, lui lo ha custodito ed esercitato con una semplicità interiore che poteva sembrare persino ingenuità, ma che invece era frutto dell’incontro profondo nella sua persona tra la fede e la cultura. L’aspetto importante della sua testimonianza sta nell’avere lui incessantemente cercato le convergenze e le amicizie, non limitandosi a tenersi in posizioni neutrali, ma al contrario, impegnandosi sempre in compiti e responsabilità ben delineati, sia occupando responsabilità e dedizione nella realtà ecclesiale, sia assumendo posizioni e poteri nel campo politico e culturale. Su di lui hanno esercitato grande influenza due persone importanti, in mezzo a molte altre, della sua vita: la sua sposa, con la quale ha generato e custodito una straordinaria famiglia, e don Giuseppe Dossetti che lo ha amato non solo come fratello, ma anche come figlio! Per tutto questo, la giornata del nostro saluto a lui è per me, e credo non solo per me, uno straordinario incontro di dolore e di gioia. E di riconoscenza al Signore per un fratello, un amico e un padre che ci ha illuminati e sostenuti. Buona Domenica a te e ai cari lettori della nostra rubrica.

Giovanni della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 2 Luglio 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.