Caro don Giovanni a causa dei miei molti anni, solo adesso mi viene in mente di ringraziarla per l’aiuto che mi ha dato per il matrimonio con Laila quando ero in ospedale e ho voluto sposarla perché mi sembrava vicina la morte e volevo dare un premio di riconoscimento all’amore che da lei avevo ricevuto in cinque anni di fedele sevizio alla mia solitudine dopo la morte della cara Elena. Ricordo anche come lei ha accettato di parlare con i miei figli che sono stati convinti dalle sue parole e adesso ci vogliono bene come noi vogliamo bene a loro. Non sono stati momenti facili e lei ha aiutato tutta la nostra famiglia. Allora voglio dirle grazie anche da parte di mia moglie e di tutta la nostra famiglia.

Caro amico, posso pubblicare la sua lettera dove non ci sono passaggi difficili e dove tutti fanno bella figura. Persino io, che non ho fatto niente! Vicende della vita come quella che lei qui ricorda non sono infrequenti! Colgo l’occasione per sottolineare come il servizio reso da donne straniere alle persone sole o ammalate o anziane diventa spesso anche un affetto che soccorre e consola. Vedo bene che per i figli non è semplice seguire con assiduità la vicenda dei genitori, specialmente quando rimangono soli. I nonni in passato hanno magari reso un servizio prezioso di vicinanza e di affettuosa presenza a nipotini che sarebbero rimasti troppo soli per il lavoro quotidiano dei genitori. Poi i ragazzi crescono e anche a loro non è facile domandare sempre i segni di riconoscenza per quello che dai nonni hanno ricevuto. E allora, colpa di nessuno, arriva la solitudine. La solitudine è per molti una povertà pesante! Ricordo bene come lei mi parlava di questa giovane straniera che considerava come una figlia. E mi ha consolato e rassicurato l’aver incontrato anche i suoi due figli, entrambi consapevoli della situazione e grati a chi stava accanto al papà! Mi rallegra, ma non mi stupisce, che siate contenti tutti per come sono andate le cose. E sono contento che vadano bene anche adesso, dopo non poco tempo! Vorrei anche riflettere con i miei lettori sull’imprudenza che ha indotto il nostro paese a servirsi di questo prezioso aiuto senza farne una questione sociale. Con il rischio che resti un privilegio di non tutti. Ma oggi voglio solo ringraziare lei e tutta la sua famiglia per il bel regalo di consolazione e di amicizia che da voi ho ricevuto. Vi auguro ogni bene e vi saluto affettuosamente insieme ai miei cari lettori del Carlino. Buona Domenica a tutti.

Giovanni della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 19 Marzo 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.