Francesco_lavanda_piedi_2016-500x332Caro Simone! Sì, è a te, Simone, che voglio rispondere, pur assecondando il tuo desiderio che la tua lettera non sia pubblicata. Tu me l’hai scritta nella speranza che io riesca a capirla, e con essa io capisca “il vero messaggio del momento presente”. Con una grande e appassionata severità, di cui ti sono grato, tu contesti l’aver io chiamato i fedeli dell’Islam “nostri fratelli”. E pure neghi che si possa pensare sia lo stesso Dio quello in cui noi e loro crediamo.
Il problema è molto delicato e certamente deve essere trattato con grande prudenza interiore. Chiamandoli fratelli io facevo riferimento alla comune fede di Abramo che viene venerato come padre della fede dalle tre grandi religioni monoteiste, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Ma soprattutto io penso che noi cristiani dobbiamo considerare e chiamare fratelli e sorelle tutti gli uomini e tutte le donne del mondo, perché crediamo che Gesù, il Figlio di Dio, abbia offerto la sua vita per la salvezza di tutto il genere umano. Certo, come cristiani, abbiamo il dovere e il compito di annunciare e di testimoniare questo a tutti i popoli della terra. L’impresa è enorme, ma lo Spirito del Signore guida la comunità cristiana che cerca di farsi docilmente condurre in questa impresa straordinaria. Certo, questo esige che noi abbiamo la certezza che Dio è il Padre di Gesù, e che, in Lui e per Lui, è il Padre di tutta l’umanità. Per una persona di diverso credo religioso, io sono forse un “infedele” rispetto al suo orizzonte di fede, ma per me egli è un fratello! Quando noi preghiamo come Gesù ci ha insegnato, e alla parola “Padre” facciamo seguire quel “nostro”, in quel momento tutta l’umanità è convocata nell’affetto della nostra preghiera. Oggi è Pasqua e noi festeggiamo il Risorto che è la grande speranza di tutta la storia e di tutta la creazione. Tutto questo è già in atto! Nel venticinquesimo capitolo del Vangelo secondo Matteo, si dice che anche alla fine del mondo ci saranno ancora molti che non avranno conosciuto e seguito il Signore Gesù. E Lui li radunerà, e dirà loro di aver avuto fame e di essere stato da loro nutrito, e dissetato, e vestito nella sua nudità, e visitato nella sua malattia e nel carcere dove era rinchiuso. Loro, stupiti, gli chiederanno quando mai l’hanno visto così e lo hanno aiutato. Ed Egli dirà che tutto quello che hanno fatto per uno dei più piccoli dei suoi fratelli, che siamo noi cristiani, lo hanno fatto a Lui. E quindi li inviterà ad entrare nella gloria del Padre. Nel mio modesto diario di viaggio io ho la memoria commossa di molti che non conoscono il Signore Gesù e ogni giorno mi riempiono di beni. Sono sicuro che Dio Padre ne terrà gran conto. A te un caro abbraccio di Buona Pasqua, e così ai cari lettori del Carlino.

Giovanni della Dozza.

Domenica 27 Marzo 2016.