1 Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere; imparate, o governanti di tutta la terra. 2 Porgete l’orecchio, voi dominatori di popoli, che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni. 3 Dal Signore vi fu dato il potere e l’autorità dall’Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi: 4 pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. 5 Terribile e veloce egli piomberà su di voi, poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto. 6 Gli ultimi infatti meritano misericordia, ma i potenti saranno vagliati con rigore. 7 Il Signore dell’universo non guarderà in faccia a nessuno, non avrà riguardi per la grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo. 8 Ma sui dominatori incombe un’indagine inflessibile. 9 Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole, perché impariate la sapienza e non cadiate in errore. 10 Chi custodisce santamente le cose sante sarà riconosciuto santo, e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa. 11 Bramate, pertanto, le mie parole, desideratele e ne sarete istruiti.
Sapienza 6,1-11

Mi piace pensare che i “titoli” che vengono citati ai vers.1-2 – “re … governanti di tutta la terra (ver.1) … dominatori di popoli (ver.2) – si riferiscano non solo ad alcuni ruoli di potere, ma, più largamente e profondamente, ad ogni relazione che richieda una qualche anche piccolissima responsabilità! Sembra di cogliere l’indicazione che, più alta è la responsabilità, maggiore deve essere l’impegno di “ascoltare …comprendere … imparare (ver.1) … porgere l’orecchio”!
Ogni forma di potere e di autorità è stata data da Dio (ver.3): tale affermazione è servita nei secoli a legittimare e sacralizzare i poteri! Qui sembra manifestare e ricordare il giudizio divino su tali poteri: il Signore “esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi”! La storia dice quanto tale rigorosa indicazione sia stata trascurata da questi poteri che non hanno “osservato la legge” e non si sono comportati “secondo il volere di Dio”. Così il ver.4.
E più uno sta “in alto” (ver.5), più severo sarà il giudizio divino! Ripeto, anche un papà e una mamma, ma anche un loro figlio ormai grande, anche un parroco di campagna o di periferia, un maestro elementare o un infermiere…, tutti mi sembrano coinvolti in questo giudizio, evidentemente con livelli diversi di coinvolgimento!
Perché, dice il ver.6, “gli ultimi meritano misericordia, ma i potenti saranno vagliati con rigore”, perché, aggiunge il ver.7, il Signore “ha creato il piccolo e il grande, e a tutti provvede in ugual modo”. Dunque, su tutti veglia il Signore, ma resta che i “dominatori” e i “sovrani” hanno una particolare responsabilità!
A questo punto mi sembra importante e utile prendere atto che a chi in qualche modo “comanda”, non viene chiesto di “comandare bene” (perdonate la grossolanità dell’espressione!), ma tutti i verbi del nostro brano chiedono di ascoltare, di imparare e di essere sottomessi. Dunque, un’autorità che non sia soggetta ad un potere superiore è certamente illegale e ingiusta!
Alla fine, ferma restando la particolare attenzione divina sui “piccoli” (ver.8), dove tale cura è relativa e proporzionata alla realtà (e quindi, quanta più cura esige il piccolo!), i vers.8-11 esortano un modo speciale ad un’obbedienza rigorosa dominatori e sovrani. Ed è bellissima la sottolineatura che si tratta di “cose sante” che devono essere custodite! Mi piace moltissimo questa indicazione di “laica santità”. Per questo, dice il Signore, “bramate le mie parole, desideratele, e ne sarete istruiti” (ver.11)!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
– La Sapienza… non solo non la si ascolta, ma si nega (in modo più o meno esplicito) la sua stessa esistenza — E il nostro autoreferenziale parlare inevitabilmente non è dialogo ma solo sovrapposizione di monologhi –
Dall’antichità fino a pochi decenni fa, re, imperatori, governanti erano considerati – e si consideravano loro stessi – rappresentanti della divinità o veri e propri dèi. Com’è diversa la concezione biblica che vediamo anche qui affermata: il potere e l’autorità appartengono all’Altissimo e gli uomini possono essere solo “ministri del suo regno”, servi della sua regalità. Nel regno di Dio che si va costruendo è questa la posizione di chi governa: essere servi dei popoli che dominano, operare per il bene di tutti. Sembra un’utopia, ma il Signore porterà a compimento ciò che ha pensato e progettato per noi, sue amate creature. E noi siamo pronti a dare il nostro contributo, nel servizio di coloro che ci sono affidati.