E’ molto interessante il lungo messaggio inviatomi dall’amico Marco Zanini che pone due obiezioni alla mia affermazione di domenica scorsa: "I cristiani non possono e non vogliono separare l’interpretazione personale che un uomo dà alla sua vita, e la sua opera nelle cose pubbliche".

La prima obiezione evidenzia come il mio pensiero sia contraddetto "dalla storia e dalla prassi della Chiesa". E’ certo che essendo la Chiesa una realtà santa fatta da poveri peccatori, nel suo cammino storico può incorrere in episodi e in opere non coerenti con il messaggio evangelico. E’ l’esperienza quotidiana di ogni cristiano, figlio di Dio e povero peccatore.

La seconda obiezione cita diversi personaggi di grande fama la cui vita privata era ed è piena di misfatti contrari al messagio del Vangelo. E anche questo evidentemente dispiace e non stupisce. Ma la triste realtà del male mi sembra non possa arrestare il desiderio che la gente, e soprattutto i giovani, ricevano indicazioni ed esempi che incoraggino verso una vita laboriosa, sobria ed onesta.

Mi è piaciuto l’intervento dell’Arcivescovo di Chieti riportato da Avvenire di domenica scorsa: "La degenerazione dei comportamenti etici, l’esempio negativo offerto da persone di spicco della vita sociale e politica, sono una seria minaccia alla formazione dei giovani". Anche perchè bisogna tener conto che nella dominante sottocultura dell’informazione anche un esempio negativo può venire affermato come obiettivo e addirittura come ideale da desiderare e da conseguire.

Nel mio intervento di domenica scorsa io citavo un solo personaggio, vissuto in altri tempi, e non ricordato per l’esemplarità della sua condotta privata: il re Erode. E purtroppo celebre per la sua pessima condotta nelle responsabilità pubbliche. Oggi tutto è molto più delicato di allora. Penso che a quei tempi, in un villaggio a soli due chilometri dalla reggia di Erode nulla si sapesse delle danze della ragazza.

Oggi il potere aggressivo e mistificante dell’informazione porta ogni cosa in ogni angolo. Per questo, formazione e informazione non sempre vanno d’accordo. Stiamo vivendo un momento di grande fragilità: alla reale situazione di crisi economica rischia di intrecciarsi la vana seduzione di miti di opulenza e di incontrastato potere e piacere. Nessuno pensa che un uomo di governo debba essere un santo.

Ma ci piace sperare che voglia essere un peccatore pentito. E ai giovani si deve poter dire che il loro impegno formativo li prepara sia alla bellezza della loro vita futura, sia al bene che potranno fare per molti altri. Buona Domenica. Giovanni della Dozza.