19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: 20 mi sono fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Per coloro che sono sotto la Legge – pur non essendo io sotto la Legge – mi sono fatto come uno che è sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. 21 Per coloro che non hanno Legge – pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo – mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono senza Legge. 22 Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. 23 Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.
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L’espressione “mi sono fatto…” che accompagna il nostro brano è efficacemente descritta al ver.19 dove Paolo dice appunto “feci me servo di tutti”, mentre nei versetti seguenti dice, alla lettera, “sono diventato”. La sua grande “diaconìa” celebra nella sua stessa persona quello che noi crediamo e celebriamo nell’ “incarnazione del Verbo”, nel Figlio di Dio che per noi si è fatto carne. Questo diventa norma assoluta di sapienza e di amore che accompagna e guida la vita e l’esperienza di ogni esistenza cristiana! Per “servire” nell’amore il fratello devi amarlo entrando nella sua storia e quindi condividendone ogni povertà. Solo così puoi annunciare la nuova via e la nuova luce del Vangelo, che è giudizio , ma giudizio di salvezza e per la salvezza.
Per questo l’Apostolo ha voluto farsi servo di tutti! Nel mistero e nella vita cristiana nessuno viene semplicemente “condannato”, ma viene prima di tutto amato e visitato con amore. A partire da ciò, gli viene annunciata la vita nuova, liberata dal male e dalla morte, vita di comunione e di pace con Dio e con tutti. Senza questo primo passo di amore e di condivisione non si dà annuncio evangelico. Così infatti Gesù, il Figlio di Dio, opera in ciascuno e in tutti. Dall’Annunciazione di Nazaret alla visita di Gesù alla casa del pubblicano Zaccheo, tale è l’opera divina della salvezza.
E’ affascinante la conclusione del ver.23: la guida di questo itinerario d’amore è il Vangelo stesso. “A causa del Vangelo” Paolo si è comportato in questo modo. E questo lo ha reso partecipe del Vangelo, cioè lo ha immerso nella persona e nell’opera di Gesù Cristo, il figlio di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.