12 «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla. 13 «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Dio però distruggerà questo e quelli. Il corpo non è per l’impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. 14 Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! 16 Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è detto – diventeranno una sola carne. 17 Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. 18 State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo. 19 Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
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Il ver.12 ci regala il cuore della interpretazione morale della vita nuova in Gesù Cristo nostro Signore! La sua venuta e la sua presenza tra noi e in noi porta due conseguenze di estremo rilievo. La prima riguarda la finalità di ogni norma: tutto è per il compimento, in ogni persona, della sua comunione con Gesù. Bisogna accogliere ogni comandamento nel concreto e profondo cammino di ogni persona, perché tutto deve “giovare” a tale cammino verso la pienezza dell’unione con il Figlio di Dio. La seconda conseguenza del mistero cristiano è che, essendo Gesù il Signore della nostra vita, nessuna realtà può esercitare su di noi una “signoria” che non sia quella di Gesù. Tutto è finalizzato alla pienezza della comunione d’amore con il Signore della nostra vita.
All’interno di tale decisiva interpretazione della vita morale, sta la sorprendente, meravigliosa centralità del mistero del “corpo”. In alternativa radicale ad ogni spiritualismo e al rigido dualismo del pensiero occidentale tra corpo e anima, ecco l’affermazione del ver.13: “Il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo”. E, al ver.14, il fine e il culmine della realtà del corpo: “Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza”. Il corpo è dunque l’identificazione più profonda di ogni persona! Da quando “il Verbo divenne carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Giovanni 1,14), in ogni “carne”, cioè in ogni persona, chiunque sia, è presente in modo essenziale la persona del Figlio di Dio. “Figlio di Dio” diventa così la vocazione universale dell’umanità. Così va vista e considerata ogni persona, al di là e prima di ogni sua vicenda. Questa è allora la finalità fondamentale della vita umana, in armonia e in risposta alla finalità dell’opera divina che si è compiuta in Gesù: “Il Signore è per il corpo: Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza”. Nel corpo dunque risiede l’elemento centrale del cammino della creatura umana. Anche, e soprattutto, il corpo ferito e umiliato dei piccoli, dei poveri, dei malati….
Il duplice “non sapete” delle domande “retoriche” dei vers.15-16 non sono un rimprovero, ma la comunicazione, l’annuncio straordinario della realtà segreta e profonda della nostra umile vita. Il ver.17 esprime in termini semplici e diretti il mistero e la finalità della vita umana: “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito”. Per questo e a questo la vita è dedicata: l’essere “membra di Cristo” esige che tale comunione sia celebrata in ogni atto della vita. Come ascoltavamo sopra, non possiamo essere dominati da nient’altro. L’antica Parola di Genesi 2,24 che inaugurava il volto comunionale e nuziale della vita umana diventa ora criterio di interpretazione di ogni nostra vicenda. Tutto deve “significare” la nostra comunione con Gesù: “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito”. Per questo la “fornicazione” è da tenere lontana (ver.18): perché è peccato “contro il proprio corpo”! E il corpo “è tempio dello Spirito Santo”, “sede” della nostra comunione con il Signore. Questo “tempio” che è il nostro corpo, Dio l’ha comprato a caro prezzo: con la Croce di Gesù. Dunque, il corpo è il “luogo” dove noi glorifichiamo Dio! Sono cose troppo grandi per noi! In questo ci sono di grande aiuto le persone care della nostra vita, e appunto i “poveri”, che sono segno sublime della “povertà” di Dio nella Persona e nella Pasqua di Gesù
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ultimamente con S.Paolo frequentiamo spesso il termine della fornicazione che figura come tale in italiano oppure in diversi modi: immoralità, impurità (testo di oggiI, prostituzione (testo di oggi). Mi sembra che nella nostra lingua sia diventato un termine improprio e soprattutto poco comprensibile essendo legato ai luoghi (fornici) dove veniva praticata la prostituzione. E’ vero che anche il termine greco della pornìa nel nostro linguaggio si collega facilmente alla pornografia, tuttavia mi sembrerebbe meglio della fornicazione e, oltretutto, potrebbe rimanere sempre tradotto come tale e non mascherato, come accade, con altri termini. Ad esempio, allineandosi ai termini greci, si potrebbe forse dire:
fornicazione: pornìa
fornicatore, prostituto: porno
fornicatrice, prostituta: porna
Sono graditi suggerimenti…….