3 Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. 4 La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5 perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
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Nella preghiera di ieri il ver.3 si è molto affermato come segno di partecipazione-comunione da parte dell’Apostolo che, annunciando la Parola, ne viene coinvolto e lui stesso assume in sé i caratteri di quella “debolezza” che è la debolezza della Croce ed è la debolezza-potenza del mistero cristiano, contrapposto alle sapienze e alle potenze del mondo. Timore e trepidazione sono quindi “sentimenti”, condizioni dell’animo, dovuti alla Parola e alla Parola annunciata: così mi sembra si possano intendere “la mia parola e la mia predicazione” del ver.4. Qui, notiamo bene, la Parola di Dio e la sua predicazione sono diventate proprie dell’annunciatore, che per questo le dice – e le può dire! – sue!
I “discorsi persuasivi di sapienza” sono gli argomenti della ragione, sono i temi e le tesi razionalmente comprensibili. Sono ambiti e livelli ai quali è adeguata la semplice ragione umana. Temi e convincimenti che non esigerebbero dunque grazie particolari. La predicazione evangelica è invece “manifestazione dello Spirito e della sua potenza”. E questo, non perché abbiano manifestazioni “miracolistiche”, ma perché non sono nostre “capacità” intellettuali e addirittura spirituali, ma sono puri doni del Signore. E lo sono sia in chi annuncia sia in chi ascolta e accoglie. Questo non vuol dire che siano “irrazionali”: sono doni fatti anche alla ragione umana, perché possa … ragionare meglio, e in spazi ben più grandi e profondi. Del resto, questo accade pure nella semplice esperienza umana: ci sono eventi che aprono e favoriscono orizzonti più larghi e profondi di pensiero e di vita. Qui l’“evento” è il dono di Dio.
Tale “evento” viene appunto chiamato dall’Apostolo “manifestazione dello Spirito e della sua potenza”. Su di esso è fondata la fede (ver.5). Questa “manifestazione” può significare anche “dimostrazione”. Credo che per tutti noi sia semplice e bello riflettere e ricordare come la nostra fede sia legata non a ragionamenti e dimostrazioni, ma a persone, a eventi, a luoghi e a tempi nei quali il Signore si è donato alla nostra umile persona. Ed è quello che in modi spesso molto semplici avviene ogni volta che per grazia di Dio ci mettiamo in ascolto della sua Parola. Anche se poveri peccatori e persone di “poca fede”, sperimentiamo come la grazia del Signore ci visiti con tanta sollecitudine. Quindi, noi conosciamo – oso dire! – quella “potenza di Dio” che al ver.5 viene contrapposta alla “sapienza umana”. E anche qui: non perché la fede di Gesù sia “disumana”, ma perché la nostra piccola e povera umanità non può che riceverla come puro dono del Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Avvertire la presenza dello Spirito che ci offre ristoro e pace è veramente Grazia di Dio. Vicino all’Ascoltare e all’accogliere credo che sia importante anche il farsi guidare con docilità e poi agire con coraggio. Di questo ciascuno deve saper rendere Grazie a Dio Padre di ogni bene.