20 Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21 perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 22 E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23 Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
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Giorno pieno di luce questo, nel quale Gesù, nella sua preghiera al Padre, coinvolge esplicitamente e direttamente anche noi! Noi che speriamo di essere, dice Gesù, “quelli che crederanno in me mediante la loro parola” (ver.20), la parola dei discepoli per i quali in quell’ora direttamente pregava. Ora accanto a loro possiamo sperare di essere anche noi. E’ la meravigliosa storia della salvezza dell’umanità per la potenza d’amore della Parola di Dio che è Spirito e Vita. Oggi è la festa delle generazioni cristiane, e quindi di tutti i piccoli e meno piccoli figli di Dio che hanno seminato nel campo della storia comunicando quello che avevano ricevuto.
Il ver.21 ci porta ancora una volta al “cuore” del Vangelo, cioè al mistero e al dono dell’Amore. Ascoltiamo Gesù: “… perché tutti siano una cosa sola”. Questa comunione è l’annuncio e il frutto dell’annuncio evangelico che l’Evangelista ha raccolto tutto nella Buona Notizia dell’amore del Padre e del Figlio, come fonte di questo stesso amore per tutta l’umanità: “..come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. L’amore è dunque l’annuncio, la testimonianza e la piena “epifania” di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Il mondo crederà per la potenza e la bellezza del nostro volerci bene e del nostro voler bene a tutti. La fede non è un ragionamento, ma un evento.
La “gloria” che il Padre ha dato al Figlio e che il Figlio ha dato ai discepoli di tutte le generazioni, e che è la fonte, il cuore e la pienezza della fede cristiana, è la Pasqua. Dal giorno del loro Battesimo i discepoli di tutte le generazioni cristiane camminano dentro e verso l’orizzonte supremo della loro Pasqua: “.. perché siano una cosa sola come noi siamo una cosa sola” (ver.22). La morte è stata vinta per sempre: era l’abisso e la fine della vita, ora è la pienezza della comunione. La Pasqua conduce tutti verso quell’ “essere una cosa sola” con Dio e tra noi.
Il ver.23 conferma e arricchisce l’affermazione del ver.21, che diceva “.. perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Qui dice “.. perché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me”, e viene riferito alla comunione d’amore che unisce i discepoli di tutti i tempi: “..siano perfetti nell’unità”, dove l’attributo “perfetti” deve essere inteso non solo come “senza difetti”, ma anche e soprattutto come “pienezza”. La versione latina rende il termine del testo originale con l’espressione “consummati in unum”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.