Non mi stupisco che proprio in questi giorni vicini al Natale mi arrivino parole e messaggi di durezza, di violenza, di indignazione…Il demone della morte assedia i cuori davanti allo "scandalo" di Dio che si fa bambino e della salvezza del mondo che si fa crocifissa. Gesù mette paura non perchè minaccia condanne, ma perchè si offre per la salvezza di tutti.Quando mi sembra siano troppi i "crociati" per la difesa di Gesù Cristo, mi ricordo del Patriarca orientale Massimo IV che ricordava a certi padri conciliari troppo zelanti che Gesù sa difendersi da solo.

Mi piace pensare che a Natale l’indignazione ceda alla commozione. E che questo Dio che si fa bambino sia capace di convincere tutti che la verità non si afferma con la forza, ma con la mitezza. Mi arriva persino un messaggio indignato per un vescovo che tifa per la squadra di calcio del suo cuore. Ma è proibito giocare? Questa mattina, all’Oncologia dei bambini, babbonatale portava regali a tutti. E tutti lo aspettavano portando cappelli e ornamenti di natale. Anche i dottori e gli infermieri. Anch’io.. Come Alioscia dei Karamazov che uscendo dalla sua tragedia famigliare s’incontra con dei ragazzini che gli domandano che cosa si deve fare. E lui risponde: adesso giochiamo.

Come Irene che vuole dar da mangiare al suo bambolotto e come il suo amico che mette insieme i pezzi di un camion dei pompieri. Questa sera si canta nella mia parrocchia: è il concerto di Natale. Devo fare un discorsetto finale e dico che il concerto è bello perchè ognuno ha il suo canto ma lì lo mette insieme ai canti degli altri. Allora il mio canto non lo si sente più. Ma la bellezza del coro è l’incontro e l’armonia tra i canti di tutti. Bisogna che ognuno il suo canto lo metta in gioco con il canto degli altri. Mi ricordo il batticuore quando a sei anni dovevo far sorbire a tutta la famiglia il valzer numero tre del pianoforte di Chopin. Poi si andava a Messa e al ritorno litigavo con mia mamma perchè non mi piacevano gli angeli con il loro canto della pace per gli uomini "di buona volontà".

E i fannulloni? Fu una bella rivincita quando molti anni dopo i vescovi cambiarono le parole della Bibbia perchè si era capito che la volontà buona non era la nostra ma quella di Dio che da allora si dice che ci ama. Natale è Dio che ci ama, e che esercita il suo magistero d’amore con la sua piccolezza. Come i miei amici bambini malati. Sono maestri severi, ma non condannano mai nessuno. Per questo i napoletani hanno sempre messo nel loro presepio anche le statuine dei furfanti.

Natale è alla fine accettare che Dio giochi in mezzo a noi come San Luigi Gonzaga, il patrono del mio paese di campagna, che quando la sua mamma, vedendolo giocare a palla, gli chiese che cosa avrebbe fatto se gli avessero detto che aveva ancora solo un’ora di vita, rispose: "Continuerei a giocare". Allora, Buon Natale a tutti. don Giovanni.