32 Con tutto questo, peccarono ancora
e non ebbero fede nelle sue meraviglie.
33 Allora consumò in un soffio i loro giorni
e i loro anni nel terrore.
34 Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
35 ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore;
36 lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
37 il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
38 Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore;
39 ricordava che essi sono di carne,
un soffio che va e non ritorna.
Le parole di questa parte del nostro Salmo potrebbero presentarsi come altamente drammatiche, e di fatto lo sono. Ritengo però che debbano essere da noi accolte con grande attenzione e anche con grande tenerezza! Certo, descrivono un rapporto difficile tra noi e il Signore, una comunione da ritrovare e recuperare incessantemente. Ma è necessario tener fermo che proprio questo duplice “insuccesso” – noi non riusciamo ad avere un rapporto stabile con Dio, ma anche Dio sembra non riuscire a realizzare il suo progetto di comunione stabile tra Sé e noi – è al cuore della storia della salvezza, come cercherò di ricordare con voi.
Il ver.32 denuncia il problema: “Con tutto questo, peccarono ancora e non ebbero fede nelle sue meraviglie”. Non si tratta più di un’umanità consegnata al suo male e in esso abbandonata! Che cosa poteva fare di più il Signore? Accanto a passaggi di assoluta drammaticità, come quando ai ver.33-34 si dice “…consumò in un soffio..nel terrore…li uccideva”, si dice anche “..lo cercavano e tornavano…ricordavano”. Ma tutto resta fragile e addirittura superficiale, e in fondo forse neppure sincero: “..lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua”! (ver.36).
I vers.37-38 pongono in una tensione inevitabile la condizione dell’uomo: “..il loro cuore non era costante…non erano fedeli alla sua alleanza” e la pazienza incrollabile della misericordia divina: “Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa…”. Verrebbe da chiedersi: ma dove e come si andrà a finire? E voi sapete, carissime e carissimi fratelli, che…si finirà con Gesù! Solo questo Dio che assume su di Sé la nostra colpa e per questo offre la sua vita perché noi possiamo essere nella sua vita, solo Lui può risolvere l’enigma e il dramma della storia, perché li assume nella sua Persona, e porta a pienezza la rivelazione e il compiersi dell’amore di Dio con il suo sacrificio d’amore. Dio si fa solidale con l’uomo peccatore facendosi “carne” fino all’obbedienza della Croce.
Per questo mi sembra molto preziosa nel nostro testo la presenza del verbo “ricordare”, sia al ver.35, sia al ver.39. Al ver.35 sono gli uomini a ricordarsi di Dio, che è la loro roccia e il loro Redentore. Al ver.39 è Dio che si ricorda di noi: “..ricordava che essi sono carne, un soffio che va e non ritorna”. Questo “ricordo” è al centro della nostra vita e della nostra fede. La Divina Liturgia, la Messa, è l’apice di questo “memoriale”, Dio si ricorda di noi e noi ci ricordiamo di Dio, quando ogni Parola e tutta la Parola di Dio diventa “carne”, e “pane del cielo” per la nostra salvezza. L’umanità è salvata dall’amore di Dio, che è Gesù tra noi e in noi.
Dio ti benedica e tu benedicimi. Giovanni.
P.S. E’ con grande emozione e commozione che oggi aggiungo questa notizia. Una bellissima impresa, ereditata da fratelli cristiani della Chiesa di Francia, e passata da Mantova, (e che poi è emigrata fino a Roma!), ci ha portato a realizzare insieme ai nostri fratelli e sorelle della parrocchia di Sammartini, qui alla Dozza, “la Bibbia senza sosta”, che è la lettura dell’intero testo biblico, da Genesi all’Apocalisse, per sei giorni, giorno e notte, senza sosta. Questo percorso esige una certa attenta preparazione e organizzazione, perché occorrono più di mille “lettori” che leggano le più di mille pericopi in cui è stato diviso il testo biblico. In questo modo, si offre la possibilità a più di mille persone di essere conduttori attivi del percorso, e ad altri molti di essere ascoltatori di tutta la Bibbia! L’iniziativa di tre anni fa ha avuto un esito molto felice. Dal nostro Arcivescovo fino ad tutti noi, piccoli e grandi, chiunque lo desiderasse e qualunque sia la sua condizione, e cultura, e scelta di vita, ha potuto prestare la sua voce – e il suo cuore – alla Parola di Dio. Come allora, invitiamo tutti i cristiani di ogni confessione. Quello che si è svolto tre anni fa nella nostra Parrocchia, ora si realizza nel cuore della città, in una sede privilegiata del nostro Comune e della nostra Università, come segno di un’offerta della Parola a tutta la comunità umana del nostro territorio. Si tratta di un evento che sottolinea il volto di questo anno che per la comunità ecclesiale è l’Anno della Fede. Il mio messaggio vuole essere un invito a tutti quelli che lo leggeranno e a tutti quelli ai quali lo vorrete comunicare. Da lunedì prossimo 14 gennaio potrete avere notizie concrete e contattare operatori qualificati che vi aiutino a partecipare. Questo lo potrete trovare al sito https://www.famigliedellavisitazione.it . Intanto, per quello che occorre, potete anche cercarmi al mio indirizzo, ma…non contate su di me, che sono un gran confusionario. Credo che questa notizia vi rallegrerà. Un caro saluto a tutte e a tutti. Giovanni.
Al v.2 del salmo si annunciava “una parabola” e anche nei versetti odierni ne possiamo vedere una illustrazione. Come per il popolo nell’esodo e nel deserto, così anche per noi è tutto un alternarsi di fede e di infedeltà, di ricerca sincera e di parole inaffidabili… Come mai tutto questo? Il fatto è che l’uomo e tutti noi siamo “carne, un soffio che va e non ritorna”(v.39); siamo cioè fragilità e debolezza. Dio, però, è “la roccia” e il redentore (v.35) ed essendo, per natura, compassionevole e misericordioso, “perdona la colpa invece di distruggere”(v.38). Gesù poi ha completato la rivelazione di questo volto, di queste caratteristiche di Dio: un Padre che perdona, anche se non richiesto; che ama senza alcun merito nostro.
Il Salmo parla di noi: siamo fatti così come il salmo ci descrive.
Al versetto 34 “Quando li uccideva, ritornavano a Lui”, è un’uccisione perchè il popolo ritorni da parte di Colui che “uccide e fa vivere” (1 Sam 1,6).
Sul modo dell’uccisione (Os 6,6) “li ho uccisi con le parole della mia bocca”.
Il Signore uccide ma non distrugge il suo popolo (versetto 38)..
Certi salmi hanno nel titolo questa invocazione:” non distruggere”. La distruzione è dei nemici.
Non distrugge perchè ricorda e ricorda in particolare la fragilità della condizione umana. E’ un insegnamento importante anche per le nostre relazioni reciproche, per essere reciprocamente pietosi nella considerazione della nostra condizione fragile. Questo è poi fondamentale per chi ha funzioni di guida.
Ancora oggi al centro del salmo c’è il tema del ricordare. Il vero guaio è la dimenticanza. Quindi ancora consideriamo il comando del Signore che celebriamo adesso: fate questo in memoria di Me.