7 Sono apparsi infatti nel mondo molti seduttori, che non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! 8 Fate attenzione a voi stessi per non rovinare quello che abbiamo costruito e per ricevere una ricompensa piena. 9 Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio. 10 Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, 11 perché chi lo saluta partecipa alle sue opere malvagie. 12 Molte cose avrei da scrivervi, ma non ho voluto farlo con carta e inchiostro; spero tuttavia di venire da voi e di poter parlare a viva voce, perché la nostra gioia sia piena. 13 Ti salutano i figli della tua sorella, l’eletta.
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Sento il desiderio – e soprattutto l’urgenza e l’importanza! – di ritornare con voi su un tema che abbiamo già incontrato più di una volta nella nostra preghiera nella Prima Lettera di Giovanni, e che oggi ricompare al ver.7 come argomento principale di questa Seconda Lettera. Il “seduttore e l’anticristo” è colui che nega “Gesù venuto nella carne”, affermazione che noi possiamo ricondurre a quello che dice il Prologo del Vangelo secondo Giovanni: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”(Gv.1,14). Abbiamo visto che questa gravissima eresia “divide” Gesù, separa la sua divinità dalla sua umanità, o meglio nega la divinità all’umanità di Gesù. La conseguenza drammatica è che il cristianesimo non è più questo Dio che in Gesù Cristo, Uomo e Dio, entra nella realtà ferita dell’umanità, e vi entra fino all’obbedienza della Croce, per salvarla e restituirla alla paternità di Dio. Inevitabilmente, negando questo, la dottrina dell’anticristo nulla ha più della misericordia salvifica di Dio, ma si riduce ad una norma, che, senza il Vangelo e lo Spirito Santo, diventa solo una pretesa di umana grandezza, di conquista del divino, di fatto inarrivabile umanamente, oscuramente vicina al peccato originale, e cioè all’inganno demoniaco e alla pretesa di conquistare Dio: “..Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male” (Genesi 3,5). La dottrina dell’anticristo non è una determinata eresia di un determinato tempo, ma accompagna perennemente come pericolo tremendo tutta la storia del cristianesimo. Al punto che più che di un’eresia, si tratta di una perenne tentazione cui è esposto il credente, e con lui l’intera comunità credente. Se nulla viene dal cielo come dono di Dio, e tutto è invece ipotetica conquista del volere e dell’agire umano, non c’è più Vangelo, nè grazia, nè perdono, nè vita nuova, nè salvezza, ma appunto, solo la pretesa di conquistare il cielo con le proprie forze.
Invece, con un espressione molto forte, il ver.9 ci ricorda che non si può andare “oltre” l’annuncio che l’Uomo Gesù è il Cristo e il Figlio di Dio. Chi non rimane “nella dottrina del Cristo” che è il Vangelo, “non possiede Dio”, e cioè si estranea e si strappa dalla paternità di Dio che Gesù Cristo è venuto a regalare all’umanità. Invece, per il Vangelo e per il dono dello Spirito ogni creatura umana, anche la più lontana, è figlia di Dio, e per lei il Figlio di Dio ha dato la sua vita.
Mi prende molto quindi anche l’affermazione dei vers.10-11, apparentemente molto bruschi e scortesi. Vi ho trovato infatti parole preziose che mi hanno portato al testo dell’Annunciazione di Luca 1,26-38. Quando il nostro testo dice “non salutatelo” fa uso del termine che l’Angelo rivolge a Maria per salutarla: “Rallegrati!”. La Donna che, ricevendo in casa sua l’Angelo – mentre qui si dice che non bisogna ricevere l’anticristo! – accoglie per tutta l’umanità l’annuncio e il dono della Salvezza. L’Annunciazione dunque come opposto della dottrina dell’anticristo. Come vedete bene, anche oggi è alto il rischio di ridurre la potenza di luce e di salvezza del Vangelo ad un insieme di regole morali che si presume tra l’altro di ricavare più dalla povera ragione umana che dalla sapienza evangelica.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v. 7-8 “Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’ anticristo! Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena.” Ricordando Mt 10:32: “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’ io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli” possiamo dire che la ricompensa è venire riconosciuti da Gesù come suoi davanti al Padre. v. 9 “attenersi alla dottrina del Cristo”: cosa è questa “dottrina”? E’ quella che Gesù ha sempre insegnato ai suoi, per la quale chi lo ascolta, ne riconosce la novità: “Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.” (Mt 7:28-29). E’ la dottrina che insegna l’amore e lo mostra, che insegna che “chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.” (Mt 10:37-39). “Andare oltre la dottrina” (v.9) è quindi il non accettare di prendere su di sé la croce, avere trovato la propria vita e così non possedere Dio. Al contrario, “rimanere nella dottrina” è prendere la croce e perdere la vita per Gesù. Andare “oltre la dottrina” è anche cercare – in quello che si dice o si fa – la propria gloria e non quella di Dio. E se “Andare oltre” significa “non possedere il Padre”, a chi invece “rimane nell’insegnamento di Gesù” è promessa una grande abbondanza: “avere il Padre e il Figlio” (v.9). E’ la sua promessa evangelica a chi lascia tutto per seguirlo: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.” (Mt 19:29). Altra interpretazione: “Andare oltre” è espressione parallela a “non riconoscere Gesù che viene nella carne”. Questo “precedere” oppure “andare dietro” sono espressioni che rimandano al pericolo in cui anche Pietro incorse, quando Gesù annunciò agli apostoli il motivo del suo viaggio a Gerusalemme. E Gesù lo rimproverò, dicendogli: “Va dietro a me, satana”. Pietro era vicino al pericolo di “andare davanti” a Gesù. Nel cap. 13 di Giov, poi, Gesù mostra il significato di questo insegnamento, quando, avendo lavato i piedi ai suoi e lasciando loro il comando di fare altrettanto, vicendevolmente, li ammonisce dicendo: “un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato”. Rimanere in questo insegnamento è rimanere nel comando dell’amore; al contrario “contestare” Gesù “che viene” nel corpo è legato al rifiuto del precetto dell’amore. Gesù “che viene” nel corpo (e non – soltanto – che “è venuto”) vuole anche suggerire la forza della presenza di Gesù “che viene” nella carne del fratello che il Signore ci chiede di amare, in lui e per lui.
A “chi va oltre, precede, sorpassa” possiamo accostare, in controluce, la bella immagine dei Magi che vanno dietro, seguono la stella e ricordare la preziosità della preghiera del Celesti Lumine, che illumina la Piccola Regola e la nostra vita. E questo “seguire”, stare con Gesù è fonte di gioia profonda, per ciascuno e per la comunità nel suo insieme (notiamo di passaggio la bellezza dell’alternarsi dell’uso nei nostri vv. del singolare e plurale indirizzandosi ai destinatari della sua lettera), gioia che ci viene rinnovata nell’incontro quotidiano con Lui a partire dall’ascolto della Sua parola, illuminato e introdotto da questa preghiera. v. 12 “Molte cose avrei da scrivervi, ma non ho voluto farlo per mezzo di carta e di inchiostro; ho speranza di venire da voi e di poter parlare a viva voce, perché la nostra gioia sia piena.” Ricorda le due osservazioni finali dei capp 20 e 21 di Giov: “molte cose sono state scritte in questo vangelo di Gesù, ma molte di più non sono state scritte”. E’ così anche qui: se i cristiani rimangono nel precetto dell’amore, allora oltre alle parole scritte nella lettera, molte altre cose dell’amore saranno rivelate e vive “a voce”, di persona, nella vita quotidiana dei fratelli, per la pienezza della gioia reciproca. Parlare infatti a viva voce, di persona, accresce la confidenza e l’amore reciproco. Questo perché come abbiamo ascoltato anche nel prologo della I Giov, la comunicazione del mistero di Gesù rivelato e fattosi presente in mezzo a noi, è fonte di gioia. E’ la gioia che anche noi, ogni mattina, sperimentiamo nella scambio reciproco sulla Scrittura, questo parlare a viva voce, che ha come oggetto e soggetto il Signore. Al contrario l’anticristo non va accolto, né salutato: non assecondare, né parlare a voce con chi nega il Cristo presente e vivente in mezzo ai suoi. La messa in guardia dei vv.7-9 assomiglia all’invito che Paolo rivolge ai suoi di Corinto: “Ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.” (1Co 3:10-11), perché ciascuno è responsabile della edificazione della comunità, della Chiesa, ciascuno per la sua parte.
Sento fortisimo il pericolo di anteporre a Gesù la gloria del mondo.Ho 71 anni e non
sono per niente convertito anche se fin da piccolo ho sempre frequentato la Chiesa ed ho rispettato quasi tutti i comandamenti anche per lunghi periodi.Per me l’anticristo è la voglia di dimostrare che merito il primo posto in qualunque questione si presenti ;sono profondamente convinto che valgo molto poco e che tra l’altro porsi il problema di valere poco o molto sia un discorso infantile , ma quando si tratta di ammettere questo in presenza del prossimo faccio sempre carte false per primeggiare dimostrandomi un ipocrita.Da notare che adesso uso anche (anzi penso uso soprattutto la religione) per “primeggiare ;mi sento anche molto invidioso (invidio le persone geniali e le persone buone).Penso che se osservo alla meno peggio (e tra l’altro non sempre i comandamenti ) lo faccia per paura di castighi.Sono un disastro però il vero Gesù mi sembra l’unica soluzione per vivere con una maggiore pace questi ultimi anni della mia vita.(Le vostre meditazioni mi piacciono molto,in particolare quelle di oggi)