14 Non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? 15 Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? 16 Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 17 Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò 18 e sarò per voi un padre e voi sarete per me figli e figlie, dice il Signore onnipotente.
7,1 In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di Dio.
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Il brano che oggi riceviamo dalla bontà del Signore è piuttosto “contestato”, e viene spesso ritenuto come “estraneo” al cammino lungo il quale ci sta conducendo 2Co. Io di tali cose mi intendo poco, e proprio per questo preferisco accogliere la Parola come di fatto mi arriva dal Libro che ho davanti agli occhi e dentro il cuore.
La Parola di oggi mi sembra dunque un avvertimento prezioso che ci consegna sempre ad ogni persona e ad ogni situazione, senza farci sedurre dal male che lo tiene prigioniero!
E questo è il vero e unico modo per camminare insieme a quei fratelli e sorelle che vivono in condizioni e in interpretazioni di vita lontane dalla luce e dalla pace del Vangelo.
Proprio perché voglio essergli vicino come fratello, devo farlo con la più esigente fedeltà alla comunione con il Signore e con la sua Parola!
Per questo mi sembra importante che ci accorgiamo che il Signore ci chiede di camminare con tutti, senza lasciarci sedurre da concezioni e da atteggiamenti lontani o addirittura opposti al Vangelo di Gesù!
Tale mi sembra il “giogo estraneo” del ver.14: se una persona è “dipendente” da qualcosa di sbagliato e dannoso, io voglio stare con lui, ma non con la sua dipendenza. Anzi, il non cadervi è la condizione per poter essere veramente vicino a lui con il desiderio che egli venga liberato dal suo male!
Per questo motivo, mi sembra sbagliata la traduzione italiana che dice al ver.15 “collaborazione”, mentre il termine indica una situazione che mi espone a partecipare al suo male invece di mostrargli in me stesso una condizione opposta alla sua.
E’ chiaro che non mi farò schiavo degli idoli per essere vicino in modo vero e fecondo al mio fratello che ne è schiavo: così al ver.16. Solo vivendo come figli di Dio potremo proporre al nostro compagno di strada la grande alternativa della fede!
Per questo dovrò cercare di “non toccare nulla d’impuro”. Le persone più preziose della mia vita sono quello che mi vogliono bene mostrandomi in se stesse la bellezza e la bontà del loro cammino di vita, quale ci è indicato da 2Co.7,1, al termine del nostro brano.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Accogliendo il testo secondo il bel commento di Giovanni, mi sono soffermato sull’affermazione centrale: “Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente”! Non è una dichiarazione nuova, ma è sempre “rivoluzionaria”: Dio non abita in maniera particolare nel Tempio e nei nostri templi o santuari, bensì nella comunità dei credenti e – come si chiarisce in altri brani – in ciascuno di noi. La comunità, fatta di persone vive, unite dalla fede in Gesù, è il vero tempio di Dio, il luogo dove Egli abita. Lì possiamo cercarlo, incontrarlo e celebrarlo. Quanto alla singola persona, bastano le straordinarie parole di Gesù: “Verremo a lui e faremo dimora dentro di lui…”