1 Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo: 2 grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro. 3 La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza. 4 Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

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v. 3 “…ci ha fatto dono di ogni bene…”: tutto ci è stato dato da Dio, per mezzo del Signore e salvatore Gesù Cristo (v.2), tutto ciò che riguarda la vita (eterna) e la vita quotidiana (pietà). E questo per dono gratuito di Dio che è fedele alla sua giustizia (v.1) e alle sue promesse (v.4).,”Ogni bene” ci viene “mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza” (v.3). Infatti “questa è la vita eterna: che conoscano te, Padre, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17:3). “conoscenza” al v.2 e 3.E’ attraverso questa conoscenza del Dio e Salvatore nostro Gesù che si ha la “grazia e pace” (v.2). E per questa grazia si cresce nella conoscenza di Gesù e del Padre. Tutti i doni scaturiscono da questa conoscenza e da questa grazia. Si vene trasformati e assimilati sempre più a Dio in questi doni e per mezzo di questi doni. doni “preziosi”: così è descritta la fede al v. 1, e così sono descritti i beni promessi e donati (v.4): sono doni preziosi per la nostra vita, pagati a caro prezzo con il “prezioso sangue” di Cristo. Anche la fede è dono: “a coloro che hanno ricevuto in sorte la stessa preziosa fede” (v.1). Anche la fede è come l’eredità, che non si guadagna nè si merita, ma si riceve dal Padre. “Eredi di Dio e coeredi di Cristo” siamo: è il dono gratuito dell’essere fatti partecipi della natura divina.
E’ particolare di questo saluto di inizio lettera la sottolineatura della comunanza del dono ricevuto. Pietro non scrive perchè pensa di dover dare qualcosa che i suoi destinatari non hanno. Quello che è fondamentale e decisivo è il dono da tutti ricevuto, e cioè “la fede nella giustizia”. Fermiamoci un momento su questa espressione che contiene un elemento particolare e molto importante: la citazione della “giustizia” divina come orizzonte del dono della fede. Questa “giustizia” mi sembra indichi l’opera di giustizia che Dio compie quando strappa i suoi figli dalla prigionia del male e della morte e li colloca sulla via della fede, che è la vita nuova in Lui. Non è dunque la giustizia umana come giudizio su che cosa è giusto o non giusto, ma l’opera divina che “ci fa giusti”, da peccatori che eravamo, ci trasferisce dal regno delle tenebre alla luce che è la vita nuova in Gesù. Pietro vuole, prega e chiede che la grazia e la pace di questa vita nuova sovrabbondino nei suoi fratelli. La grazia e la pace crescono nella conoscenza di Dio e del Signore Gesù Cristo.
Tutto quello che abbiamo ricevuto dalla divina potenza del Signore (ver.3) è orientato verso la vita e la pietà, è una potenza dinamica che ci fa crescere attraverso la conoscenza sempre più intima e profonda di Colui che ci ha chiamati. Anche qui mi piace sottolineare come la sua potenza e la sua opera di salvezza precedano la conoscenza che di Lui abbiamo. Questo primato dell’esperienza sulla conoscenza esalta la gratuità di un dono che abbiamo ricevuto prima di poterlo conoscere, e quindi magari scegliere, il che sarebbe stato meno dono, mentre così, ricevuto da bambini e in ogni modo come bambini, splende appunto come dono del tutto gratuito.
Una bella nota della Bibbia di Gerusalemme ci dice che al ver.4 si trova un’espressione unica in tutta la Bibbia, e cioè la nostra partecipazione alla “natura divina”! Vuole essere un modo molto enfatico per esaltare il dono divino della nostra partecipazione al mistero del Signore. E tutto viene ulteriormente esaltato dal confronto con la nostra precedente schiavitù della corruzione mondana e della potenza della concupiscenza: da questo siamo stati “sfuggiti”: mi ricorda la fuga dei padri ebrei dall’Egitto del male e della morte.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“A coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa fede…”: quindi, anche a noi sono rivolte oggi le parole di Pietro; e questo, per la “giustizia” del nostro Dio, per la sua fedeltà alle promesse di bene e di felicità. “Grazia e pace” ci vengono donati copiosamente e si accrescono in noi, grazie alla conoscenza-esperienza che facciamo di Lui nella nostra vita e nella comunità… Una sintesi mirabile è contenuta nella espressione “divinae consortes naturae” del v.4, che ho sentito tradurre come “partecipi della condizione divina”: chiamati, quindi, a condividere con Lui tutto, fin da ora, per la qualità della vita che ci è stata donata.