17 Costoro sono come sorgenti senz’acqua e come nuvole agitate dalla tempesta, e a loro è riservata l’oscurità delle tenebre. 18 Con discorsi arroganti e vuoti e mediante sfrenate passioni carnali adescano quelli che da poco si sono allontanati da chi vive nell’errore. 19 Promettono loro libertà, mentre sono essi stessi schiavi della corruzione. L’uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina. 20 Se infatti, dopo essere sfuggiti alle corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo, rimangono di nuovo in esse invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. 21 Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato loro trasmesso. 22 Si è verificato per loro il proverbio: «Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango».
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“… Come sorgenti senz’acqua e come nuvole agitate dalla tempesta”: una bella immagine per indicare l’illusione, il vuoto che c’è dietro l’insegnamento di questi “nuovi maestri”. Promettono libertà…, e anche noi forse siamo attratti da questo grande ideale, che va però rettamente inteso. La vera novità e l’essenza del cristiano sono indicate da alcune illuminanti parole: il credente è liberato dalle negatività del mondo “per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo”. La conoscenza-comunione di Gesù accolto come Signore e come salvatore! Come credenti in Lui stiamo percorrendo “la via della giustizia” e vogliamo essere fedeli al “santo comandamento”, l’unico che Egli ci ha dato, il comandamento dell’amore.
L’unica autentica “conversione” della comunità cristiana è il Signore a promuoverla e a compierla.
Altrimenti è inevitabile che il risultato sia quello di “sorgenti senz’acqua e nuvole agitate dalla tempesta” (ver.17): nulla di profondo ed efficace: “l’oscurità delle tenebre”. Buio nella notte!
Tale violenta sterilità è segnata ed è prigioniera di una situazione corrotta e di una vita nell’errore: non libertà, ma corrotta schiavitù, perché “l’uomo è schiavo di ciò che lo domina” (vers.18-19).
E non si attua la vera libertà dalle “corruzioni del mondo”, che è possibile solo “solo per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo” (ver.20).
E così restano schiavi di ciò da cui dovevano essere liberati: “La loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima”!!
La vera “via della giustizia” non è una potenza umana, perché l’ “umano” è capace solo di proporre e imporre, ad una regola di schiavitù, una condizione di ancor più dura schiavitù: : “Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango” (ver.22).
La vera liberazione non è opera nostra, ma soltanto del Signore.
Tale mi sembra l’indicazione conclusiva di queste parole che non riesco a comunicarvi con vera efficacia. Scusate.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.