6 E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, 7 così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia. 8 Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. 9 Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero 10 e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.
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L’ “avete seguito il nostro esempio” del ver.6 è, alla lettera, “siete stati imitatori nostri e del Signore”, dove non si tratta di un’imitazione come “mimica”, ma piuttosto di una “celebrazione”, di un’assunzione profonda dell’azione di Dio e degli Apostoli, fino a “renderla presente” in noi attraverso di loro. Questa è la “base” preziosa della Parola che oggi il Signore ci regala e che chiediamo con tutto il cuore di poter far nostra!
Accogliendo la Parola (ver.6) i Tessalonicesi hanno accolto il Signore stesso, come prima di loro Paolo e gli altri testimoni del Vangelo l’hanno accolta! Ma così ha fatto anche il Signore stesso! Gesù infatti è Colui che per primo ha “accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo”! Infatti, l’annuncio del Vangelo è sempre il vivo e vero avvenimento della venuta di Dio stesso, è il suo comunicarsi-donarsi all’umanità. Anche noi, quando abbiamo accolto la Parola del Signore da chi ce l’annunciava, abbiamo accolto Gesù stesso, e l’abbiamo accolto come Lui stesso ha accolto la Parola del Padre. Questa accoglienza della Parola non avviene in condizioni speciali e privilegiate, ma nelle condizioni comuni dell’esistenza umana, “in mezzo a grandi prove”. E le prove altro non sono che l’ostacolo, la fatica, la difficoltà…che la Parola Evangelica incontra nella vicenda umana. In ogni persona e in ogni vicenda. Ma la Parola viene accolta “con la gioia dello Spirito Santo”, come liberazione dalla schiavitù precedente e ingresso nella nuova vita secondo il Vangelo.
A motivo di ciò, a motivo dunque dell’annuncio evangelico che i Tessalonicesi hanno accolto, essi sono diventati, dice il ver.7, “modello per tutti i credenti”, cioè, non tanto un modello da “copiare”, quanto il segno vivente di quello che la Parola di Dio opera nel cuore e nella vita di coloro che l’accolgono! Dunque, “tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia” hanno potuto vedere e accogliere in loro il mistero stesso di Dio che nel Vangelo si dona all’umanità e libera coloro che l’accolgono. Questa è la meraviglia della Parola che oggi ascoltiamo e celebriamo! Nella Parola, Dio stesso è presente, e viene e sana e salva! Quello che è accaduto ai Tessalonicesi è quello che accade sempre all’annuncio del Vangelo! E’ Gesù stesso che viene! Proprio quando al ver.9 Paolo ricorda – “siamo venuti in mezzo a voi e vi siete convertiti dagli idoli a Dio..” – è la Storia della Salvezza donata da Gesù che si è compiuta per coloro che l’hanno accolta! Capite la meraviglia!! Anche questa mattina ci viene donata la Parola, cioè lo stesso Signore Gesù, affinchè anche noi, ancora una volta , ci convertiamo “dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero”, cha abbiamo incontrato e conosciuto nella Persona stessa di Gesù attraverso coloro che ce lo hanno annunciato!
Questo pone sulla nostra umile storia il grande sigillo della speranza! Per questo dono, noi attendiamo “dai cieli il suo Figlio, che Egli ha risuscitato dai morti, Gesù”. E della venuta di Gesù possiamo sperare di non avere paura, perchè Egli, nella potenza del suo sacrificio d’amore per noi, “ci libera dall’ira che viene”, cioè da un giudizio che sarebbe di condanna per noi peccatori, ma non lo è – è giudizio di salvezza! – appunto per la potenza della sua Pasqua che ci libera dal Male e dalla Morte, e ci unisce all’unica grande Famiglia dei Figli di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v. 6 “Avete accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande tribolazione”: accogliere la Parola del vangelo nella gioia dello Spirito Santo vuol dire lasciarsi agire dallo Spirito. Dopo non c’è molto da inventare: si è “imitatori” dei fratelli e del Signore Gesù (v. 6) e si diventa “modello” per tutti i credenti (v.7). Così è la vita del fedele amico di Dio. Ricordiamo che anche a Mosè Dio disse di fare tutto secondo il modello che gli aveva mostrato.
La via è dunque quella dell’abbandono semplice alla parola del Signore che plasma, raccoglie dalla dispersione, e trae via dalle nostre idolatrie.
Troviamo un legame di queste parole con il brano del vangelo di Matteo che racconta la chiamata dei primi quattro discepoli (tra i quali Andrea di cui oggi celebriamo la festa: Auguri ai nostri Andrea!). I tessalonicesi hanno accolto la Parola che Paolo e i suoi compagni, in mezzo a difficoltà e ostilità, hanno predicato loro. Il loro divenire discepoli, la loro fede, è poi diventato motivo di conversazione tra i fedeli delle diverse regioni (v. 8): essi raccontano come è stato annunciato il vangelo e come è stato accolto con fede. Così la Parola è proclamata e si diffonde anche senza “predicazione” da parte dei tessalonicesi. È come quel profumo che la donna versò sul capo di Gesù, e il cui profumo poi riempì tutta la casa. Una città posta su un monte alto non può rimanere nascosta.
Il vangelo predicato da Paolo, e accolto con fede, li ha resi capaci di allontanarsi dagli idoli e di accostarsi al Dio vivo e vero. La Parola penetra nel contesto della vita di quei pagani. È speranza anche per il mondo di oggi.
Ci sono nel brano di oggi molte coppie di parole, il cui accostamento ci è sembrato importante. “Tribolazioni” e “gioia”: in mezzo a tribolazioni, è data ai Tessalonicesi la gioia dello Spirito Santo. Essi sono “imitatori” degli apostoli, e diventano a loro volta “modello” per tutti i credenti.
La “parola” annunciata del Vangelo, corre e risuona ormai inseparabilmente alla “fede” dei tessalonicesi. E infine la coppia dei vv. 9-10 a descrivere concisamente la vita cristiana: “servire” al Dio vivo e vero, e “attendere” il ritorno del Signore nostro Gesù Cristo.