14 E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. 15 Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. 16 E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. 17 Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 18 Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. 19 Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20 Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
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Forse una preoccupazione del traduttore italiano di rendere più scorrevole e più elegante il testo rischia di privarlo della sua forte essenzialità. Al ver.14 dove dice che “il corpo non è ‘formato’ da molte membra”, il testo dice che “il corpo non è un solo membro, ma molte”, dove l’essere molte membra è costitutivo, è l’essere stesso del corpo: il corpo “è” molte membra! E così anche nei versetti successivi: non dice “non appartengo al corpo” (vers.15-16), ma “non sono dal corpo”. L’essere “molte membra” è il proprio del corpo. Il membro “è”, perché “è dal corpo”, e la sua diversità da un altro membro del corpo non solo non intacca il suo essere dal corpo, ma ne è la condizione. L’immagine, è bene sottolinearlo, è di suprema intensità ed essenzialità, e contrasta assolutamente con quello che è più profondamente istintivo in noi, e cioè il principio dell’unicicità come solitudine, e non come relazione e complessità. Recentemente il Vescovo di Roma ha contestato l’enfatizzazione dell’ “Assoluto”, affermando con forza che al principio non sta un assoluto solitario, ma la relazione!
E come i vers.15-16 fanno l’ipotesi di un “non essere” perché si è confrontati con la diversità, il ver.17 formula l’ipotesi di un’identificazione del corpo con un solo membro: “se tutto il corpo fosse occhio… se tutto fosse udito…”. Ma allora non ci sarebbero le altre membra, e quindi non ci sarebbe il corpo. Dunque il “corpo”, che è l’esistenza stessa di ogni membro, esige in assoluto l’esserci dell’altro da te , del diverso da te!
Il ver.18 è memoria dell’atto creativo di Dio. Alla lettera dice: “Dio ha posto le membra, ciascuna di loro nel corpo, come ha voluto”. Dunque: “Molte sono le membra, ma uno solo è il corpo”. L’esigenza assoluta non è l’uniformità, né l’esclusività, ma la comunione. Tale è la meraviglia, e il meraviglioso dramma che accompagna, guida e governa l’esistenza umana. Questo è il meraviglioso dramma dell’amore, senza il quale….non siamo! E’ il pianto della Maddalena perchè “hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”. E’ il pianto di Gesù per la morte del suo amico, che per questo Egli fa risorgere.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto”. Ci stupisce come tutto sia stato preordinato e disposto nell’ordine naturale come in quello sociale… e la nostra scienza tenta di farci capire qualche frammento di quanto viviamo e vediamo. Pensate alle mani di un neonato: tutto è completo e perfetto in miniatura. Ogni elemento ha la sua bellezza e la sua propria funzione. Noi tendiamo a fare gerarchie: questo è più importante di quello…, e aspiriamo alle posizioni più alte, mentre sottostimiamo o disprezziamo le figure e le funzioni più modeste. Non così secondo Paolo: ogni elemento è importante, insostituibile, quindi prezioso. Di qui viene la bellezza e l’efficienza dell’insieme che risulta dai singoli elementi: “Molte sono le membra, ma uno solo è il corpo”(v.20).
Il testo di oggi parla del nostro essere, della nostra esistenza nel contento della comunità che ci custodisce e ci determina, la famiglia di Gesù, e delle nostre relazioni vitali.
Ho provato a sostituire le parole con i nostri nomi… un gioco
Le Famigli della visitazione (corpo) non è un membro solo, ma molte membra. E se Andrea (l’orecchio) dicesse: «Poiché non sono Francesco (occhio), non appartengo alle Famigli della visitazione », non per questo non farebbe parte delle Famigli della visitazione. Se tutto le Famigli della visitazione fossero Francesco (occhio), dove sarebbe Giobba (l’udito)? Se tutto fosse Giobba (udito), dove sarebbe Martino (l’odorato)? Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbero Le Famigli della visitazione (il corpo)? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
E le domande più intense mi sembrano quelle finali:
se tutto fosse UNO…
… dove sarebbe Giobba? Dove sarebbe Martino? NON ci sarebbero!?
… dove sarebbero Le Famiglie della Visitazione? NON ci sarebbe!?
Mi ha impressionato molto questo “DOVE sarebbe… ?”
Appunto… dove saremmo? dove sarei?