3 Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà, 4 costui è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è preso dalla febbre di cavilli e di questioni oziose. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, 5 i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la pietà come fonte di guadagno.
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L’indicazione fondamentale del brano di oggi è “seguire (lett. avvicinarsi, andare verso) le sane parole del Signore e la dottrina secondo la pietà”. Per quanto riguarda le parole del Signore il riferimento è senz’altro al vangelo, mentre la “dottrina secondo la pietà” vuol dire che l’insegnamento della fede deve essere sempre secondo il grande comandamento dell’amore verso Dio e il prossimo (questo è, secondo questa lettera, la “pietà”). Chi non segue questa indicazione fondamentale è “cieco” e malato di “guerre di parole” (le “questioni oziose” del testo italiano) e causa litigi, maldicenze, sospetti cattivi tra le persone.
Un ultimo cenno ancora sulla “pietà”: non deve essere ritenuta una fonte di guadagno; la vera pietà è dunque legata alla virtù della povertà.
1) Sembra che l’Apostolo desideri continuamente ritornare a quello che domina il suo pensiero in tutta questa Lettera a Timoteo: la salvaguardia della fede cristiana sia nelle persone singole, sia nella comunità. Così ribadisce al v.3 le due grandi strade maestre che ha già indicato: la Parola di Dio portata a pienezza e compimento nella persona, nell’insegnamento, e nella vicenda pasquale di Gesù di Nazaret; e la vita “secondo pietà”, cioè la concreta novità della vita cristiana, che ne scaturisce. Così il v.3.
2) Il pericolo è quello dottrine deviate e devianti portate da uomini a loro volta accecati, e dominati da questioni inutili e dannose (v.4). Paolo vede queste situazioni come patologiche.
3) La conseguenza per le persone e per le comunità ecclesiali è funesta, e scatena sentimenti e atteggiamenti che caratterizzano quella storia dominata dal male e dalla morte che il Figlio di Dio è venuto a liberare (vv.5-6). Come vedremo più estesamente nel seguito, al v.6 Paolo fa cenno all’inevitabile intreccio tra queste devianze dalla Parola evangelica e l’istintiva cupidigia che domina il cuore malato dell’uomo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo Giovanni
Anche a me è piaciuta molto la notizia che “andare verso” le sane parole del Signore Gesù e la dottrina della pietà è la via per la pace non solo interiore e tra i nostri vicini ma anche per tutti i conflitti tra gli uomini.
E’ una via semplice ma radicale, efficace! Qui a Gerusalemme, luogo di molti conflitti insanabili, ancora più affascinante.
Paolo mette nuovamente in guardia Timoteo da insegnamenti e maestri diversi da quelli che gli ha trasmessi di persona (cf. 1 Tm 1,3; 4,1-3). Gli insegnamenti e i maestri diversi si danno in corrispondenza della mancanza di contatto con le parole di Gesù e con l’insegnamento secondo pietà, cioè con le parole dette da Gesù di Nazareth e trasmesse dagli apostoli. Mentre tali parole «sanano», cioè sono parole dette non per i sani ma per i malati e guariscono, le parole dei falsi maestri li fanno ammalare di cecità, orgoglio, conflittualità, invidia, contesa, sospetti malvagi, corruzione interiore ed infine avidità. Queste, e non altre, sono le cose che non solo Timoteo deve ripetere da parte di Paolo, ma ciascuno di noi da parte dei nostri fratelli maggiori e padri.