1 Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: 2 pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, 3 non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4 E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.
5 Anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.
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Mi piace la fusione tra il compito degli anziani e il dato concreto della loro età, un’età cronologica che può comprendere anche un più lungo cammino nella fede. L’anziano qui mi sembra nello stesso tempo una persona formata e temprata dalla sua stessa lunga vicenda personale, e ora investita di un compito di guida. Tale compito è descritto con l’immagine del pastore. Pietro stesso si presenta come nella loro stessa condizione, lui pure anziano. E testimone, con una testimonianza che può essere contemporaneamente il compito affidato, e anche l’esperienza nella propria persona delle stesse sofferenze del Signore Gesù., e quindi anche già “partecipe della gloria che deve manifestarsi”: infatti, l’esperienza spirituale del mistero pasquale di Gesù intreccia assolutamente sempre la sua passione e la gloria della sua risurrezione.
Il ver.2 afferma con forza quale debba essere l’animo del pastore, e lo fa attraverso due precisazioni. La prima contrappone ad un compito esercitato per costrizione, un animo libero e volonteroso. La seconda scarta l’ipotesi di uno scopo interessato per evidenziare un compito esercitato di buon animo e volentieri.
Il ver.3 descrive il gregge da condurre con termini che richiamano la porzione di terra che le diverse tribù ricevevano come eredità del Signore. Questo termine “eredità, ereditare” è molto prezioso, e dispiace che molto spesso nella traduzione italiana si parli di “possesso”, quando invece il termine è proprio questa “eredità” che con molta efficacia descrive una affidamento pieno, e d’altra parte un “possesso” che resta sempre di Dio. Di questa “eredità” il pastore non è “padrone”, ma è chiamato ad essere piuttosto il “modello”, e deve quindi essere non una pecora modello, ma modello di Gesù, il pastore che dà la vita per le sue pecore e che quindi in Apocalisse 9,17 sarà detto Pastore proprio perchè è Agnello immolato per la salvezza del gregge.
I giovani sono quindi invitati ad essere sottomessi a questi meravigliosi anziani. Vedo che quando gli anziani sono così, i giovani ci stanno volentieri.
Interpreto la seconda parte del ver.5 come rivolta a tutti, anziani e giovani! E questo in nome e per la potenza di Gesù, il più umile di tutti. A Lui noi riferiamo la citazione di Proverbi 3, 34 che chiude il nostro brano di oggi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.